La nave Mare Jonio - che fa capo alla ong italiana "Mediterranea Saving Humans - ha soccorso un gommone in avaria con circa 50 migranti a bordo.

Il salvataggio è avvenuto a una quarantina di miglia dalle coste libiche: si tratta di una zona di competenza della Libia, ma in base alle norme Ue, la nave Mare Jonio non potrebbe riconsegnare i naufraghi alle autorità libiche in quanto il paese nordafricano è ritenuto "porto non sicuro" per i richiedenti asilo.

Se la ong italiana si rifiuterà di consegnare i naufraghi alla Guardia Costiera di Tripoli, chiederà un porto di approdo all'Italia.

E subito dal Viminale arriva la notizia che è pronta la direttiva per chiudere anche le acque territoriali italiane alle navi Ong. "La priorità rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell'autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare - sostiene il ministero - Qualsiasi comportamento difforme, sostiene il Viminale, può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani".

Si profila dunque un nuovo braccio di ferro che, però, per la prima volta vede coinvolta una nave umanitaria italiana.

(Unioneonline/s.a.)
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