Fa il notaio l'uomo finito ai domiciliari per un provvedimento eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi (Palermo).

L'uomo, un 52enne, è ritenuto responsabile dei reati di sfruttamento del lavoro, caporalato ed estorsione in concorso con un proprio collaboratore, quest'ultimo al momento indagato in stato di libertà.

Le indagini sono partite quando è stata verificata l'esistenza di alcuni operai agricoli "sistematicamente sfruttati nel loro lavoro in campagna e costretti ad accettare, anche con minacce, retribuzioni molto inferiori di quelle previste (appena 25 euro giornalieri, rispetto ai 65 riportati solo formalmente nelle buste paghe)".

Dietro questo sistema, come accertato dai militari, un notaio, gestore di un'azienda agricola formalmente intestata all'anziana madre con terreni sparsi a Valledolmo, Caltavuturo, Sclafani Bagni e Vallelunga Pratameno.

Era lui, secondo le indagini, ad assumere manodopera nei campi sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento (con orari fino a 12/13 ore al giorno) e, approfittando del loro stato di bisogno, sottopagarli. Dietro minaccia di licenziamento, li costringeva a restituire in contanti parte di quello che ricevevano mensilmente. Spesso era un suo fidato collaboratore ad accompagnarli in banca: aspettava che riscuotessero e si faceva dare una parte.

Il notaio aveva consegnato ai "dipendenti" anche una sorta di "vademecum", con tutto quello che, in caso di controlli, avrebbero dovuto dire alle forze dell'ordine.

(Unioneonline/D)
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