Una lettera per chiedere al nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi di prestare attenzione alla battaglia della Sardegna per colmare i gap dovuti alla condizione di insularità.

A firmarla sono il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, il presidente della commissione speciale per l'Insularità Michele Cossa, i componenti della commissione e da alcuni parlamentari sardi (esclusi i nove del Movimento 5 Stelle).

Nella missiva si invita Draghi "ad ascoltare la voce della Sardegna, rappresentante di un millenario patrimonio storico e culturale e di un valore identitario di straordinaria importanza per la cultura nazionale".

Infatti, "esiste una condizione geografica che si riflette sui settori strategici dell'economia isolana, della capacità di fare impresa, che nell'epoca dell'innovazione digitale finisce per essere freno al rinnovamento e all'applicazione delle nuove tecnologie, con evidenti riflessi sulla propensione al cambiamento".

Condizione che si traduce "in un gap infrastrutturale cronico e certificato, nel dramma dei trasporti e dell'accessibilità esterna e interna, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione, in generale in un potente freno allo sviluppo socio-economico, con pesantissime conseguenze su un'ampia gamma di diritti costituzionali che vanno dall'Istruzione alla Sanità".

Nella lettera a Draghi è ricordato il percorso della "battaglia dei sardi": dalla proposta di legge di iniziativa popolare (oltre 200mila firme raccolte) per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione a quella nazionale di iniziativa regionale sulla compensazione dei costi dell'insularità: la prima ha ottenuto il via libera nei mesi scorsi dalla commissione Affari costituzionali del Senato e ora si attende, "anche confidando nell'autorevolissimo supporto di Draghi", l'approvazione dalle Camere; la seconda ha l'obiettivo di riequilibrare il deficit di Pil della Sardegna, calcolato dall'Istituto Bruno Leoni in 5.700 euro pro capite l'anno.

"L'Isola attende che sia finalmente colmata una grave ingiustizia per il territorio e che sia riconosciuto il principio di insularità - dice il presidente Pais -sono certo che il presidente Draghi ascolterà la voce di tutti i sardi".

Cossa sottolinea che "la Sardegna non chiede elemosine: auspica di essere messa nelle stesse condizioni delle altre Regioni. A partire dalle scelte che si faranno nel Recovery Plan. Siamo sicuri che Draghi ne terrà conto".

(Unioneonline/l.f.)
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