La crisi di governo non fa bene alla Sardegna. Se, come pare ormai ineludibile, il governo cadesse e si andasse subito al voto, ci sarebbe un blocco - o quantomeno uno slittamento - di numerose vertenze che riguardano da vicino l'Isola.

A partire dalla proposta di legge d'iniziativa popolare per l'inserimento del principio dell'insularità in Costituzione, ora ferma in commissione Affari Costituzionali del Senato. Lo scioglimento delle Camere darebbe una brusca frenata all'iter, e bisognerebbe ricominciare da zero: i regolamenti di Palazzo Madama e Montecitorio, infatti, prevedono che tutte le proposte di legge non approvate debbano essere ripresentate. Restano salve solo le sottoscrizioni raccolte.

Stop anche alla proposta di legge per l'introduzione del pegno rotativo sui vini, la possibilità di ottenere liquidità dalle banche dando in pegno quote di prodotto. Il ministro Gian Marco Centinaio ha assicurato la sua attenzione per inserire la proposta all'ordine del giorno dei lavori delle Camere: in caso di scioglimento, ovviamente, si ferma tutto.

E slitta di qualche mese anche la vertenza accantonamenti, il contributo della Sardegna allo Stato per il risanamento del debito pubblico e gli arretrati che la Regione vanta nei confronti di Roma. Solinas auspica la cancellazione della quota di 285 milioni non dovuti in base alla sentenza della Corte Costituzionale del 2019 e un'ulteriore riduzione di 153 milioni del concorso alla finanza pubblica. Quanto agli arretrati, il governatore ha chiesto 276 milioni di euro al governo.

Due partite parallele che sono slittate a settembre, e che senza un governo sarebbero ulteriormente rimandate.

Altra frenata riguarda il commissariamento delle grandi opere strategiche previste nell'Isola, per cui l'assessore ai Lavori Pubblici Roberto Frongia ha già sollecitato Roma.

C'è poi il phase out del carbone al 2025, con la Regione che chiede uno slittamento della chiusura delle centrali a olio combustibile almeno fino al 2030, in attesa che arrivi il metano.

Infine, le vertenze industriali: da quella, vecchia, di Euralluminia, a quella più recente del Porto Canale di Cagliari.

L'unica vertenza che non subirà rallentamenti, visto che è già avviato il tavolo tecnico in Prefettura a Sassari, è quella del latte.

Per tutti questi motivi il Pd chiede a Christian Solinas di riferire in aula prima di Ferragosto: "La settimana scorsa Solinas in aula consiliare ha sbandierato promesse da parte di un governo nazionale sull'orlo delle dimissioni, promesse che ora valgono meno di un assegno scoperto. Non vorremmo che la prossima finanziaria regionale fosse di lacrime e sangue", dichiara il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata