Da Cagliari a Civitavecchia in sedici ore. Nottata campale per tanti sardi che rientrano nell'Isola per passare le vacanze di Pasqua.

I messaggi arrivati alla redazione di unionesarda.it hanno raccontato i disagi cominciati ieri sera alla partenza del traghetto Moby della Tirrenia.

Giacomo Marsella, che vive a Roma ma risiede a Calasetta, ha spiegato come sono andate le cose: "La nave, partita ieri alle 20 dal porto laziale, ha dovuto fare marcia indietro dopo poche miglia di navigazione. 'Avaria a bordo', hanno annunciato, senza che il personale fosse in grado di dare ulteriori spiegazioni"

E prosegue: "Una nave vecchia, con evidenti segni di decadimento. Inevitabile la rivolta a bordo. Tante le famiglie, con bambini e anziani al seguito, magari arrivate a Civitavecchia dopo ulteriori ore di viaggio in macchina. La gente, infuriata, chiedeva spiegazioni, voleva sapere cosa fosse successo", racconta Marsella.

Segni di degrado sull'imbarcazione (foto Facebook)
Segni di degrado sull'imbarcazione (foto Facebook)
Segni di degrado sull'imbarcazione (foto Facebook)

Ma il vero caos è scattato quando è stata ventilata la possibilità che i passeggeri dovessero attendere la riparazione della nave prima di poter ripartire: "Due trecento persone infuriate, la più agguerrita una donna sarda con i suoi figli, che agitava il suo pugno minaccioso e chiedeva di parlare col Comandante".

I passeggeri, stanchi e disperati - prosegue il nostro lettore - "hanno preteso di avere subito una nave nuova per ripartire. 'Non partiamo con questa nave dopo la riparazione, non ci fidiamo', è stato il coro quasi unanime sull'imbarcazione".

Richiesta accolta dopo momenti concitati. Così, quando la Moby ha attraccato a Civitavecchia, i passeggeri (circa 300) hanno cambiato molo e sono ripartiti con un'altra imbarcazione: "Tutta un'altra nave, tutta un'altra cosa. Viene utilizzata di solito per Olbia", spiega il nostro lettore, non senza un pizzico di malizia.

La ripartenza poco prima dell'una di notte, l'arrivo al porto di Cagliari oggi a mezzogiorno.

"La Sardegna è abbandonata a sé stessa: ci sono pochi collegamenti, tolgono dieci euro per Olbia e poco di più per Cagliari. Alla fine devi spendere comunque 160 o 170 euro per andata e ritorno. La continuità territoriale è un'utopia". Questo l'amaro sfogo che chiude la telefonata di Giacomo Marsella.

(Unioneonline/L)
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