La procedura non è stata accettata dall'opposizione e ora le norme intruse, che erano state cassate prima dell'esame in commissione Bilancio, non potranno rientrare in Aula con un iter preferenziale. Approvati invece due ordini del giorno delle minoranze, uno – primo firmatario Gian Valerio Sanna (Pd) – sui finanziamenti per prevenire i rischi idrogeologici e l'altro – primo firmatario Marco Espa (Pd) – che libera 130 milioni di euro dai vincoli del patto di stabilità a valere sul fondo per la non autosufficienza, in quanto spesa sanitaria e non sociale.

Nel frattempo il centrosinistra ha bocciato ancora una volta la Finanziaria pur riconoscendo la bontà di alcuni interventi come il taglio dell'Irap, mentre il centrodestra ha difeso il documento senza se e senza ma. "Non ho difficoltà a riconoscere il lavoro svolto dalla commissione e dai capigruppo per migliorare una Finanziaria inadeguata – ha detto il vice presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) - Il risultato è una Finanziaria completamente diversa da quella presentata dalla Giunta, e che è stata sventrata dopo l'eliminazione delle norme intruse e l'approvazione di emendamenti in commissione e Consiglio".

Il giudizio resta negativo anche per il capogruppo Pd Giampaolo Diana, che ha sottolineato un 'neo' rimasto: "Non ci avete voluto ascoltare sull'accantonamento di 72 milioni di euro per la cassa integrazione".

A nome della maggioranza Pietro Pittalis, capogruppo Pdl, ha espresso "apprezzamento per il dispendio di energie profuse da parte di alcuni colleghi. Questa è una finanziaria di svolta anche per i provvedimenti sulla fiscalità e sulla cassa integrazione. Questo significa che la politica può trovare un'intesa per l'approvazione in tempi rapidi di provvedimenti urgenti".

Durante la discussione e il voto per l'approvazione del bilancio interno del Consiglio (quello di previsione per il 2013 ha una dotazione pari a 63,1 milioni, otto in meno rispetto allo scorso anno) c'è stato il singolare intervento del leader dell'Udc Giorgio Oppi, che ha chiesto ai Questori d'Aula un rinnovamento sull'abbigliamento richiesto ai consiglieri e un maggiore decoro per il palazzo del Consiglio. "Intravedo un'insolita pretesa di scimmiottare le istituzioni repubblicane, come il Senato, per quanto riguarda l'imposizione della cravatta in Aula – ha spiegato – Sarebbe meglio dire che basta vestire decorosamente. Non decorosi sono invece alcuni comportamenti che si possono osservare fuori dal Consiglio con persone che giocano a calcio, a carte e con un bordello la notte".

Il Questore Giuseppe Cuccu (Pd) ha replicato che ci sarà modo di "mettere mano ai regolamenti e adottare norme e comportamenti più adatti ai tempi".
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