Durissima contestazione degli attivisti pugliesi del Movimento 5 Stelle contro il capo politico Luigi Di Maio e altri big pentastellati.

Circa 300 persone si sono radunate questa mattina a Melendugno, in provincia di Lecce, per una manifestazione di protesta contro il clamoroso dietrofront grillino sul construendo gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) pensato per trasportare gas tra l'Azerbaijan e l'Europa.

Un progetto che in campagna elettorale Di Maio e i vertici del M5S avevano promesso di "cancellare" in pochi giorni una volta arrivati al governo, ma che invece ieri è stato confermato dallo stesso Di Maio, perché - ipse dixit - lo stop innescherebbe il pagamento di "penali per 20 miliardi di euro".

LA PROTESTA - "Un presa in giro" per gli abitanti del Leccese, che lo scorso marzo hanno dato fiducia al Movimento anche per la promessa di fare tabula rasa di un'opera giudicata "inutile" e "devastante" per l'ambiente.

Per gridare tutta la propria delusione, gli attivisti si sono dunque radunati a Melendugno, uno dei comuni interessati dalla Tap, gridando slogan e mostrando striscioni contro i vertici pentastellati.

Nel mirino Di Maio, il ministro per il Sud Barbara Lezzi, che è di origine salentina, e anche Alessandro Di Battista, uno dei più decisi, in campagna elettorale, a giurare che l'opera sarebbe stata derubricata una volta al governo.

FOTO BRUCIATE - Una rabbia, quella dei residenti, che si è anche tradotta in gesti eclatanti, come il falò improvvisato con le foto degli esponenti di spicco del M5S, locali e nazionali.

In molti, inoltre, hanno strappato le proprie tessere elettorali, facendo appello alla "fronda" di parlamentari che stanno cercando di far cambiare idea all'esecutivo giallo-verde, affinché mantengano i patti con gli elettori.

"Una fronda - si legge in una nota dei No Tap - che è composta da tante piccole foglie che decidono di

rimanere verdi anziché seccare tristemente come stanno facendo via via tutti gli esponenti del Movimento 5 Stelle".

LEZZI: "A TESTA ALTA" - Dura la replica del ministro Lezzi, salentina. "Con i NoTap non ho mai avuto un buon rapporto. Non hanno mai calcato i nostri palchi, non hanno condiviso la battaglia sulla Tap con noi. E sono gli ultimi a poter chiedere le mie dimissioni", ha detto l'esponente 5 Stelle in un messaggio affidato a Facebook.

"Per me - ha proseguito - le cose di fanno nella legalità. La battaglia si fa politica e nel merito. Non si organizza una protesta contro le forze dell'ordine".

E poi: "Le maniere con le quali il sindaco di Melendugno chiede le miei dimissioni non mi fanno paura. Quella è casa mia e io ci torno quando voglio a testa alta".

"PENALI INESISTENTI" - Intanto, fa discutere anche l'affermazione di Di Maio circa la penali da pagare in caso di eventuale stop.

Le quali, infatti, non esisterebbero.

Lo ha fatto notare Carlo Calenda, predecessore Di Maio al ministero dello Sviluppo Economico, durante il governo Gentiloni: "Di Maio giustifica il suo cambiamento di idea, la sua promessa non mantenuta, inventandosi una carta e delle penali. Non è la prima volta: l'ha fatto con Ilva sul parere dell'avvocatura, l'ha fatto con la 'manina' che avrebbe cambiato la legge di bilancio. Lo fa continuamente, però questa volta c'è una questione differente: è palese che non c'è una carta e che non ci sono penali", ha scritto su Twitter Calenda. Aggiungendo: "In un paese normale un ministro che mente così palesemente si dimette".

Ancora, ha aggiunto l'esponente dem, in un video diffuso sui sociale: "È semplicemente un errore semantico di parola? No per niente. È un errore sostanziale" e "a dire menzogne", conclude Calenda, "è un ministro di governo".

LA LETTERA DI CONTE - E la replica del premier Giuseppe Conte non si è fatta attendere tramite una lettera aperta ai cittadini di Melendugno: "Il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell'iter procedurale. Gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé. Non ha senso, infatti, elencare e approfondire i benefici che l'opera apporterebbe quando i costi della sua interruzione risultano insostenibili.

Poi l'affondo: "Su quest'ultimo punto sarò chiaro: chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche".

(Unioneonline/l.f.)

Tap, dura contestazione contro il M5S
Tap, dura contestazione contro il M5S
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Bruciate le foto di Di Maio, Lezzi e altri big
Bruciate le foto di Di Maio, Lezzi e altri big
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Lo striscione dei No Tap
Lo striscione dei No Tap
Lo striscione dei No Tap
La protesta
La protesta
La protesta
Tessere elettorali strappate
Tessere elettorali strappate
Tessere elettorali strappate
(Le foto sono dell'Ansa)
(Le foto sono dell'Ansa)
(Le foto sono dell'Ansa)
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