R icevo, e pubblico volentieri, un lungo whatsapp di un mio amico.

«Ciao Ivan, come stai? Spero bene. In questi giorni sono in vacanza in Francia. Sai, un weekend lungo con mia moglie, tanto per staccare la spina dopo le faticose feste di Natale e Capodanno. Niente di che, qualche passeggiata, un paio di musei, bei ristorantini e ottimi vini. Oggi mi trovo ad Arcachon su le Mer, nella Gironda, una regione verdissima a sud-ovest di Bordeaux. Bel posto: allevamenti di ostriche, Muscadet, locali raffinati. Il tempo? Che vuoi che ti dica, siamo a febbraio: pioviggina, fa piuttosto freddo, non più di 5-6 gradi di massima durante il giorno. C'è anche una leggera nebbiolina e il mare ha un colore e delle onde per niente rassicuranti. Insomma, tempo da sommergibilisti, come mi piace dire. Eppure, ci sono tanti turisti, i ristoranti sono pieni, gli alberghi idem e i negozi sono tutti aperti. In Sardegna, a Santa Teresa Gallura, dove abito, mi dicono che ci sono 18 gradi e che il mare è piatto. In compenso, ristoranti, alberghi, negozi di souvenir e tutte le strutture turistiche sono chiuse dal 31 agosto. Mi sai spiegare perché? No, non rispondere. Te le dico io: perché in Sardegna siamo tutti mandroni. Baci».

IVAN PAONE
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