Negli audio "choc” ha descritto i tour elettorali che avrebbe fatto nei paesi sardi in compagnia di sei donne «molto belle». Una comitiva che - stando ai dettagli confidati, che hanno indignato parte dell’opinione pubblica – avrebbe indossato abiti provocanti, tra stampe leopardate e tessuti attillati. Ma Pietro Pinna, candidato al Consiglio regionale alle ultime elezioni con la Dc di Rotondi (centrodestra) nel collegio della Gallura, rompe il silenzio sulla questione con una lettera, dando la sua versione dei fatti. Non ha mai negato la “paternità” delle registrazioni, seppur l’eco della notizia e le successive interpretazioni lo abbiano sorpreso: «Era uno scherzo fatto per un amico, pensando fosse tale». Di seguito il testo diffuso da Pinna per spiegare le sue ragioni:

«Terminata la campagna elettorale ed acquisita la certezza che il nuovo presidente della Regione Sardegna sarà la Dott.ssa Alessandra Todde mi preme esternare il mio pensiero in maniera dolorosa e quantomai sincera su quanto è stato oggetto di mistificazione dell’onore e della rispettabilità della mia persona. Premetto che nella mia vita ho sempre e solo lavorato, dapprima al servizio dello stato, ricevendo anche delle onorificenze, e successivamente per persone di alta affidabilità ed onorabilità quale consulente.

L’idea di aderire ad un progetto politico serio e destinato a “mettersi in gioco” per il bene della nostra amata isola è stato preso con serietà ed impegno, cercando di ascoltare e trasmettere la voglia di convincere il cittadino sardo ad essere votato per un impegno serio ed intransigente. Durante questa nuova esperienza devo ammettere di avere avuto l’avvicinamento di persone a me sconosciute che, probabilmente per mia totale buona fede, sono apparse amiche e vicine al progetto. Proprio in tale contesto si è sviluppato ed ha avuto origine il vocale addirittura giudicato “choc” da parte della stampa e di ogni parte politica.

Devo dire che inizialmente, leggendo il mio nome ed il contenuto del vocale in alcuni articoli che mi venivano inviati, ho pensato di essere stato oggetto di uno scherzo da parte di qualche amico; ho pensato che quella imitazione in stile “Cetto La Qualunque” che mi venne richiesta di inviare da parte di un amico (pensando fosse tale) fosse stata poi oggetto di un montaggio per riderci su. E invece no! Improvvisamente, pur non essendo mai andato ad alcun comizio politico o incontro programmato facendo portare santini elettorali da donne leopardate, mi sono ritrovato, in un attimo, ad essere mio malgrado, giudicato; condannato; oggetto di feroci insulti. Non solo, in tale frangente così delicato per le sorti politiche della nostra Regione, sono stato usato in maniera machiavellica per il fine personale da raggiungere da parte di ogni parte politica.

L’aspetto maggiormente inquietante di tutta la vicenda è che il contenuto della vicenda non è stato quello di comprendere se un candidato ha realmente portato con sé fantomatiche donne leopardate e se abbia pertanto realmente usato il corpo femminile ad uso e consumo di scopi personali e beceri, ma lo si è bovinamente ed acriticamente voluto far girare senza controllo nei social, facendo rimbalzare la notizia sulle varie testate con uno sterile “copia/incolla” di un audio subito definito “choc” che ha attribuito azioni mai fatte e compiute a chi in realtà, nella vita quotidiana, è semplicemente persona per bene e uomo che ama scherzare sugli usi e costumi del Paese, anche scimmiottando tra amici un noto personaggio comico.

Vorrei aggiungere che l’esperienza politica appena terminata mi ha fatto comprendere come il candidato che ho sostenuto, oltre a rifiutare qualsiasi tipo di contatto telefonico (così togliendo ogni tipo di dignità a chi invece ci ha messo la faccia il tempo ed il proprio denaro per sostenerlo), abbia frettolosamente giudicato, proprio per non perdere il proprio obiettivo, senza considerare che probabilmente, la difesa del proprio candidato e l’onestà intellettuale verso gli elettori sarebbe stata sicuramente maggiormente apprezzata (a questo punto posso solo aggiungere che per i sardi è stato meglio così).

Tengo a rimarcare, nonostante lo abbia più volte fatto, che il sottoscritto ha sempre rispettato le donne in maniera assoluta ed intransigente e che di questo ne può essere testimone il mio vissuto personale e le tante espressioni di solidarietà che ho ricevuto proprio dalle tante amiche che migliorano la mia vita quotidianamente. Non sono mai stato un ex Carabiniere ma bensì Graduato dell’Arma dei Carabinieri in Quiescenza ,Vittima del Dovere, Medaglia d’Argento al Merito, collocato nel Ruolo d’Onore dell’Arma dei Carabinieri.

Assolutamente rammaricato, sia per come nella società odierna si diano per vere anche cose mai accadute usandole ad uso e consumo del momento storico e politico aderente alle esigenze di terze persone e sia per come la mia vita quotidiana è cambiata al solo fine di soddisfare altre esigenze ricorrendo senza mezze misure ad usare la mia persona senza comprendere quali conseguenze si possano poi subire e quali danni si possono creare senza alcun motivo.
Spero che questo sfogo venga pubblicato e questa riflessione possa essere da monito per tutti, non escludendo che la mia dignità e le esternazioni gratuite verranno poste al vaglio delle competenti autorità».

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata