I leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno presentato oggi, in una conferenza alla Camera, la candidatura di Ilaria Salis alle prossime elezioni europee nel collegio del Nord-Ovest. Insieme a loro c’era anche il padre della donna, Roberto, che ha raccontato in quali condizioni viene tenuta la figlia con la quale riesce a parlare «non più di 70 minuti alla settimana».

Se verrà eletta, ha scritto Ilaria in una lettera, il suo impegno sarà quello di «portare l'attenzione» che le è stata mostrata «anche alle persone che si trovano» nella sua «stessa situazione». Per «trasformare» la sua «sfortunata vicenda» in «qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali». 

Bonelli e Fratoianni, che 48 ore fa erano a Budapest per incontrarla, hanno sottolineato l'importanza di continuare a combattere anche in Europa per «la difesa dei diritti fondamentali» e dello «Stato di diritto».

LA LETTERA – «Ringrazio con tutto il cuore le persone che in Italia mi hanno supportato in questi lunghi mesi senza rimanere indifferenti di fronte alla sconvolgente storia di cui sono, mio malgrado, protagonista da più di un anno: familiari, compagne e compagni, amici con cui condividevo progetti e altri che non vedevo da molti anni, insegnanti e colleghi e le migliaia di persone che pur non conoscendomi sono solidali con la mia situazione», scrive Ilaria Salis nella lettera con la quale accetta la candidatura.

«I sorrisi che ho trovato ad accogliermi alle udienze mi hanno scaldato il cuore, mi hanno dato grande forza e soprattutto la consapevolezza di non essere sola. Sono immensamente grata per tutto quello che si sta facendo per me e soprattutto sono fiera del fatto che un Paese come l'Italia si sia mobilitato per ciò che mi sta accadendo». «Mi avete dato grande forza - prosegue - e soprattutto la consapevolezza di non essere sola in questa storia che purtroppo è ancora ben lontana da un epilogo. Davanti a me mesi, forse anni, ancora in questo buco nero in attesa della conclusione del processo. L'unica certezza, in questo momento, è la richiesta della procura: 11 anni di carcere duro». «Non è mia intenzione sottrarmi al procedimento in cui sono imputata - osserva - ma difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamentali, dei principi di proporzionalità e della presunzione d'innocenza. So di non essere un caso unico né eccezionale. Io ho avuto la fortuna di non essere dimenticata, ma situazioni di ingiustizia simili sono all'ordine del giorno in diversi Paesi d'Europa». «Per questo - conclude - dopo notti insonni e settimane di tormentate riflessioni, ho deciso di accettare la candidatura alle elezioni europee. Por portare l'attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione. E per trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali. Saluto - si conclude la lettera - e ringrazio ancora tutte le persone che mi sono state e continuano a starmi vicino (anche solo con il pensiero) e spero di potervi vedere presto». 

(Unioneonline/s.s.)

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