Il terremoto di magnitudo 4,2 avvenuto alle 3,35 nei Campi Flegrei «è stato il maggiore degli ultimi 40 anni» ed «è avvenuto durante uno sciame cominciato martedì mattina alle 5, caratterizzato da 60 eventi di intensità inferiore».

Lo ha detto Mauro Antonio Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il sisma, ha aggiunto, «si inquadra nella dinamica bradisismica, che negli ultimi giorni ha subito una lieve accelerazione», vale a dire che "il processo sta continuando e la velocità di sollevamento del suolo si sta leggermente intensificando».

E la domanda – inquietante – che circola è, inevitabilmente: c’è il rischio di una prossima, devastante eruzione del Vesuvio, come quella che nel 79 d.C. seppellì Pompei ed Ercolano?

«La situazione rimane costante monitorata dall'Ingv-Osservatorio Vesuviano, da Irea e da Plinius», spiegano le autorità regionali, con il governatore Vincenzo De Luca che ha incontrato il Capo  della Protezione Civile regionale, Italo Giulivo, per una verifica aggiornata degli eventi sismici che stanno riguardando l'area flegrea e anche l'area ovest di Napoli.

Intanto, sul web vengono rispolverati anche i piani di evacuazione in caso di eruzione.

Piani che dopo la prima emergenza, prevedono il trasferimento degli sfollati dell’area vesuviana in tutte le regioni italiane, Sardegna compresa, attraverso un sistema di “gemellaggi”

Se lo scenario peggiore dovesse verificarsi, la popolazione di Napoli, della zona dei Campi Flegrei e degli altri Comuni dell’area partenopea in fuga verrebbe concentrata da Protezione civile e forze dell’ordine in una serie di “punti di attesa”. 

Quindi inizierebbero i trasferimenti, via bus, treno e nave verso le destinazioni d’accoglienza.

In base al piano d’emergenza attuale alla Sardegna sarebbero destinati, in particolare, gli sfollati di Pompei e di Posillipo (che assieme hanno una popolazione di circa 50mila abitanti). 

(Unioneonline/l.f.)

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