Il Veneto ha dichiarato lo stato di emergenza per avversità meteo e attivato l'Unità di crisi dopo le «precipitazioni eccezionali» che hanno colpito soprattutto il Vicentino, il Veronese e la Bassa Padovana.

L'apertura dei bacini di laminazione ha permesso di evitare un «disastro», ha spiegato il governatore Luca Zaia in un punto stampa alla Protezione Civile di Marghera. «Un'alluvione così a metà maggio non ce l'aspettavamo – ha aggiunto – È un fenomeno eccezionale per la stagionalità e per le sue caratteristiche: acquazzoni intensi in pochissimo tempo, che non permettono uno sgombero dell'acqua superficiale di andarsene con velocità. Siamo in oggettiva difficoltà. Si è di fronte ad un fatto inusuale, non programmato».

Decretato lo stato di emergenza, si è già al lavoro per ripristinare i danni, specie per lo sfondamento di numerosi argini: «C'è preoccupazione per le previsioni - ha proseguito Zaia - che ora ci impongono di dire e di fare molta attenzione, e invito i cittadini a muoversi se non per lo stretto necessario e comunque lontano dagli argini».

Il maltempo si sta ora spostando ad est: «Avremo battaglia fino a domani - osserva - e poi vediamo come si metterà. C'è la massima allerta». Per Zaia tra le cause vi è anche l'azione sugli argini di nutrie e tassi: «Lo sfondamento a Castelnuovo e a Isola Vicentina è la dimostrazione. Senza voler male a questi animali, noi dobbiamo salvaguardare la vita dei cittadini. Non possiamo permettere che questo continui e sicuramente un rimedio va trovato». 

Nel Padovano, secondo Coldiretti, sono stati allagati terreni di cereali e verdure, sommergendo il mais appena spuntato, il grano quasi vicino alla raccolta, oltre a soia e zucche appena seminate. Le abbondanti piogge hanno sommerso parecchi appezzamenti anche nell'Alto Polesine e nel Basso Padovano.

Da mercoledì nella Regione sono stati oltre 280 i soccorsi effettuati dai vigili del fuoco per il maltempo.

(Unioneonline/D)

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