In via Roma, a Lanusei, è sera, c'è il freddo del Natale e le luci del paese in salita fanno subito presepe. Arriva don Ignazio Ferreli, che del Mud, il Museo diocesano d'Ogliastra, è il genius loci. Un prete avanti, che, per esempio, ammette di perdonare chi ama fuori dalle convenzioni.

Perché l'Amore è uno, e Dio pare averlo prescritto senza steccati. O no? Fuori pochi gradi, dentro al Mud soffioni di caldo dal soffitto e chiassoso pavimento di marmo policromo.

"Ecco il vero agnello", inaugurata venerdì 15 alla presenza del vescovo Antonello Mura, è l'ultima mostra-provocazione di don Ignazio, docente di filosofia teoretica alla facoltà di Teologia di Cagliari, frequentazioni assidue con Maria Lai, Pinuccio Sciola, Antonio Corriga, e responsabile per i Beni culturali del Museo Diocesano di Lanusei.

In realtà, è l'installazione di un prete che non ama gli steccati, neanche quelli dell'arte. Nessuno, meglio di don Ferreli, può spiegare che cosa ci si trovi davanti qualora si decida per la visita al "vero agnello" di Lanusei.

Don Ferreli ha composto qui una sua idea di presepe, e nel presepe vale l'ibridazione, l'accoglienza. Ecco una geografia in velluto di Maria Lai con la testina di bambino di Ciusa. Sopra al velluto. Caprette, sculture lignee di anime purganti fra le fiamme, piccole sculture di Pinuccio Sciola, pagine cucite, un presepe in gesso e iuta argentata e una via crucis di Maria Lai, mischiate a opere antiche prestate da Ilbono, Barisardo, Baunei, Gairo, come la grande tela centrale con l'inferno, del 1700, di Francesco Massa.

E poi una wunderkammer finale, con un Cristo ligneo, sorretto da una mano di Sciola, e sotto semi e litofoni, a simboleggiare la Pentecoste.

La mostra resterà aperta sino al prossimo 31 maggio.

© Riproduzione riservata