Mezzo miliardo di anni, e se li porta bene: la storia geologica e paleontologica della Sardegna è stata rivissuta (a grandi ma approfondite linee) dal paleontologo Daniel Zoboli, paleontologo di 41 anni e docente all'Università di Cagliari, protagonista di una conferenza che ha portato al Paleo museo di Carbonia un centinaio di appassionati e non del settore.

Oggetto della discussion la storia geologica sarda e la sua evoluzione geografica dagli albori, da mezzo miliardo di anni fa con rocce risalenti al periodo Cambriano.

«Anche il Sulcis Iglesiente ne ha evidenti tracce - ha analizzato lo scienziato - riscontrabile nella nostra valle Carsica del rio Cannas».

In pratica alle porte della città di Carbonia, paradossalmente uno dei centri abitati più giovani d'Italia con i suoi 85 anni appena. Quel tipo di roccia si è formata in mare ed è poi emersa dopo 50 milioni anni nel periodo Ordoviciano con testimonianza anche a Nebida e Masua, nell'Iglesiente.

Restando a Carbonia e dintorni, «sono scisti ordoviciani anche le rocce di Monte Leone ebcolle Rosmarino con particolari calcari di ambiente marino, con acque basse: le stesse formazioni che hanno restituito un fossile parente di un tapiro ritrovato nei dintorni di Gonnesa», rivela Daniel Zoboli.

La conferenza ha permesso di sviluppare a livello cronologico, periodo per periodo, cioè una sorta di staffetta, la storia geografica della Sardegna: «Un viaggio iniziato al polo sud e proseguito sino all'equatore». 

La ricostruzione degli ambienti è stata coadiuvata dai fossili esposti nelle bacheche del Paleo Museo di Carbonia, presso la Grande miniera di Serbariu.

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