Una scuola di Pioltello, in provincia di Milano, l’Istituto Comprensivo «Iqbal Masih», sospende le attività didattiche il 10 aprile e la notizia fa scoppiare una bagarre politica.

La pietra della scandalo è stata la motivazione addotta dal Dirigente scolastico, Alessandro Fanfoni: la data è stata scelta per permettere a buona parte della popolazione scolastica, il 43% è di fede islamica, di celebrare la fine del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, ed evitare che in tal giorno la scuola fosse privata di circa metà degli studenti, che si sarebbero assentati dalle lezioni.

Appena la notizia si è diffusa, si è creato un clima che è stato definito, dall’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, da crociata, con la destra che si è schierata contro questa decisione, mentre il Pd l’ha difesa.

Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini ha paventato una “islamizzazione” del Paese, ma il Dirigente scolastico ha spiegato, in un’intervista al Corriere della Sera, che la chiusura «non cancella l’identità culturale dello Stato in cui siamo. Nelle classi ci sono i crocifissi, nessuno chiede di pregare in classe durante il Ramadan, tutti seguono la lezione. Chiudere non è un gesto per farsi benvolere dalla comunità araba, è semplicemente il riconoscimento della specificità del nostro contesto».

Il ministro all’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, però, ha tuonato contro quelle che ha definito come “nuove festività decise dalle singole scuole”, inviando gli ispettori a Pioltello per capire se la delibera fosse legittima.

Esiste, infatti, un decreto del presidente della Repubblica, il numero 275 del 1999, che disciplina l'autonomia scolastica e che all'articolo 5 dice che «gli adattamenti del calendario sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal piano dell'offerta formativa (...)». Il Collegio dei docenti, quindi, propone i giorni di sospensione dell’attività scolastica, che vengono poi decisi dal Consiglio d’Istituto (ovvero dai rappresentanti di docenti, personale ATA, studenti e genitori, più il Dirigente scolastico) sulla base di esigenze didattiche.

Mentre gli ispettori lavoravano, il Dirigente scolastico ha denunciato il clima di odio che si era riversato su di lui e sugli insegnanti della scuola, i quali hanno anche firmato una lettera aperta dicendosi “indignati per la strumentalizzazione di una decisione legittima, che nasce dall'analisi e dalle valutazioni del contesto territoriale con un'utenza multiculturale a predominanza araba e pakistana”.

Ma ci sono state anche parole di solidarietà, soprattutto dagli ambienti cattolici: i parroci di Pioltello hanno scritto una lettera di sostegno al Dirigente scolastico e la Diocesi di Milano ha approvato la decisione della scuola, attraverso le parole di Roberto Pagani, responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo interreligioso, che ha espresso a Famiglia Cristiana parole di gradimento per un gesto che ha definito «un ponte tra giovani che a casa vivono fedi differenti».

Alla fine molto rumore per nulla: nonostante l’indagine abbia stabilito delle irregolarità nella delibera e l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, assieme al ministro, abbia invitato il Dirigente scolastico a rivedere la decisione, il Consiglio di Istituto ha nuovamente votato all’unanimità la data del 10 aprile, dopo aver sanato le irregolarità. E lo stesso presidente della Repubblica Mattarella, invitato ad andare a visitare la scuola, ha risposto in una lettera con parole di apprezzamento per il lavoro dei docenti e degli organi di Istituto

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