La voce limpida e potente di Sidra porta sui palchi del nord Italia parole e personaggi simbolo di Accabadora, libro di successo di Michela Murgia, accompagnata dalla chitarra di Andrea Congia. Concerto narrativo dove l’attrice cantante, originaria di Bitti, regge con efficacia la scena guidando il pubblico alla scoperta di un romanzo di straordinario successo, pubblicato nel 2009 e tradotto in varie lingue, vincitore della sezione narrativa del premio Dessì. Un confronto importante per l’artista che propone i testi della scrittrice di Cabras scomparsa lo scorso agosto. Ma non solo.

Sidra, nome d’arte di Piera Demurtas, si presenta al pubblico interpretando un brano in “limba” composto da lei e si congeda col canto sacro e irresistibile di “Deus di salvet Maria”. Nell’intermezzo vocalizzi che simulano pianti tormentati che richiamano il concetto della morte. La musica di Andrea Congia contribuisce a creare suggestive atmosfere sonore attorno alla figura dell’accabadora e al legame che unisce i personaggi Maria Listru e Bonaria Urrai. C’è però un momento iniziale in cui riecheggia la sola voce della cantante, cioè quando interpreta il brano “Lizera”, scritto da lei nella lingua d’origine, che presto sarà in tutte le piattaforme online: “Lizera, lizera bolas in sos aidos de ispira. Libera, libera, libera dae sas cadenas anzenas. Libera ses tue anima sintzera, Paschida in su sambene e in sas venas. Luche sias e dies serenas dones a sas animas in pena”. «È una sorta di preghiera. È il canto dell’anima e per l’anima, nato per caso. Poi il destino mi ha portato a tuffarmi artisticamente in un contesto dove il mio brano si sposa benissimo», spiega Sidra. «Ho scelto di presentare in anteprima questo brano, che è introduttivo, cantandolo a voce cruda, senza accompagnamento musicale, perché crea una energia profonda e leggera allo stesso tempo, come dice la parola stessa “lizera”», aggiunge.

Sidra in scena
Sidra in scena
Sidra in scena

Dopo quel prologo, le note della chitarra scandiscono il viaggio di parole e musica. «Uno spettacolo non troppo allegro, ma reso leggero dalla capacità di Michela Murgia di averci donato diversi spunti di riflessione su un tema che ancora oggi è ampiamente discusso», dice Sidra. Lei è artista eclettica che nello spettacolo, approdato ad aprile in Veneto, Trentino, Lombardia e Piemonte, canta, recita e suona vari strumenti, utilizzando anche oggetti come un bastone per evocare la pioggia. Quando può ama anche dipingere e scrivere i testi delle sue canzoni.

«L’idea di questi concerti narrativi è nata da Andrea Congia. Ci conoscevamo da tempo e ogni volta ci promettevamo una collaborazione artistica. Questa è stata l’occasione giusta. Ho sempre subito il fascino di questo personaggio, l’accabadora, e per me sarebbe stato un onore interpretarlo. Oltretutto Michela Murgia è una scrittrice che ho sempre stimato moltissimo», spiega Sidra al termine del tour che dal 23 al 28 aprile la porta a Pantigliate nel Milanese, a Bolzano, Treviso, Lecco, Rivoli e Vercelli.

Piera Demurtas in arte Sidra (foto Alessandro Frau)
Piera Demurtas in arte Sidra (foto Alessandro Frau)
Piera Demurtas in arte Sidra (foto Alessandro Frau)

La Fasi (Federazione delle associazioni sarde in Italia) è partner assieme ai circoli Nuova Sardegna di Peschiera Borromeo, Argento vivo di Pantigliate, Eleonora d’Arborea di Bolzano, Amicizia sarda di Treviso, Amsicora Aps Ets di Lecco, Quattro mori Aps di Rivoli e Giuseppe Dessì di Vercelli.

Il tour è promosso dalla “Casa di suoni e racconti”, in coproduzione con la compagnia “Il Crogiolo”, e arriva dopo il successo raccolto in precedenti tappe, nel sud Italia. In programma se ne prevedono altre nella Penisola e poi naturalmente in Sardegna anche perché il concerto narrativo Accabadora è parte integrante della programmazione artistica annuale della “Casa di suoni e racconti”, patrocinata dalla Regione e sostenuta anche dalla Fondazione di Sardegna.

L’esordio artistico di Sidra avviene nel festival “A squarciagola”, nel 2017 a Sassari. Poi approda sul palco di Abbabula festival, quindi vince, come migliore interprete, il festival delle Alpi Apuane, in Toscana: il suo brano, Ombra, è inserito nella raccolta antologica dell’ottava edizione del premio Cet scuola autori di Mogol. Vince anche nella ventesima edizione del premio “Fabrizio De Andrè”, ma nella sezione pittura: inizia così un progetto artistico originale che coniuga le sonorità delle sue canzoni e il percorso visivo dei suoi quadri. Dentro questo mix ci sono vari spunti, dal blues al soul americano, dal pop alla musica etnica che la lega al suo paese d’origine, in Barbagia. Ora la nuova esperienza che dando voce alle parole di Michela Murgia regala al pubblico e a se stessa una grande emozione. «Sono contenta - dice - di aver fatto rivivere ai sardi lontani l’antica storia dell’Isola e di aver smosso nelle persone del nord Italia il loro spirito con una storia così arcaica».

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