Per Leonardo Pavoletti quello di Ponte di Legno è l’ottavo ritiro con la maglia del Cagliari. E potrebbe essere anche l’ultimo. Questione di età e di acciacchi: «Perché la testa mi dice di giocare ancora, ma il corpo e soprattutto il ginocchio mi fanno pensare…»

Il primo pensiero del capitano rossoblù va al nuovo condottiero, Fabio Pisacane: «È una scelta che va verso il senso di appartenenza e fa capire che chi fa bene a Cagliari qui, salvando il merito, trova sempre le porte aperte». Poi l’argomento più delicato, il possibile “last dance” di Pavoletti: «Sono ancora molto giocatore, ma devo fare i conti col corpo. Valuto giorno dopo giorno, spero di vivere questo (eventuale) ultimo anno da giocatore, non da spettatore. Ma lo capirò nei prossimi mesi. Perché la partita di Verona mi fa pensare di potermela ancora giocare. Mi può fermare solo ginocchio».

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Niente progetti per l’anno che verrà: «Lo scorso anno avevo detto che avrei segnato dieci gol, ne ho fatto solo uno. Non ero mai stato così bene dopo l’ultimo intervento, ma non era facile entrare sempre in situazioni delicate. Stavo bene, ma ho avuto davvero poche occasioni».

Pavoletti manda un messaggio ai più giovani («Lasciate il cellulare, arrivate all’allenamento sempre al massimo della concentrazione») e ammette: «Ritrovare Pisacane come allenatore è stata una bella emozione, mi devo ancora sforzare per chiamarlo mister». Ultimi pensieri. Uno per l’amico Marko Rog: «Ne ha passate quanto me, sarebbe bello averlo con noi in campo e nello spogliatoio per tutto l’anno. Lui e il mister si sono parlati e questa apertura mi fa ben sperare, farò il tifo per lui». E un consiglio, per Roberto Piccoli: «Gli farebbe bene una stagione da leader della squadra. Tutti sappiamo quanto è forte e gli vogliamo bene. Farebbe un errore a pensare di voler andare via, ma non ho visto questi segnali».

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