Cellino non paga gli stipendi: il Brescia vede il fallimento
Alle 15 la scadenza federale riguardante gli ultimi due mesi: non è stata rispettata, il club sull’orlo del baratroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono definitivamente svanite le speranze che Massimo Cellino possa ottemperare alle scadenze federali e a pagare entro le 15 gli stipendi degli ultimi due mesi dei tesserati del Brescia Calcio. Il club lombardo ora è a un passo dal fallimento, che sarebbe il primo in 114 anni di storia. Alle 21, i tifosi hanno organizzato un ritrovo nei parcheggi dello stadio Rigamonti.
Cellino, come già aveva annunciato più volte nell'ultimo periodo e confermato nella serata di ieri, non ha voluto depositare sui conti del club i 3 milioni di euro che sarebbero serviti per saldare le pendenze. Questo porta il Brescia a essere escluso dai campionati professionistici e la società va incontro al concordato fallimentare. Negli scorsi giorni si pensava a una cessione a un gruppo di investitori che facevano capo a un altro cagliaritano, Francesco Marroccu, ma la trattativa non si è concretizzata.
La situazione si inserisce all’interno della vicenda che ha portato a una penalizzazione di otto punti da scontare nell’ultimo campionato di Serie B, con la retrocessione d’ufficio del Brescia in Serie C e il playout che sarà disputato il 15 e 20 giugno da Salernitana e Sampdoria. Sotto la sede del club, in via Solferino, si sono radunati diversi tifosi che hanno contestato lo stesso Cellino. L’ex proprietario del Cagliari, in rossoblù dal 1992 al 2014, aveva rilevato la società nel 2017 dopo tre anni passati in Inghilterra al Leeds United. E nelle scorse settimane aveva parlato di una truffa ai danni suoi e del club.
«In questo momento così doloroso», il messaggio del capitano Dimitri Bisoli, figlio di Pierpaolo e nato a Cagliari, «ci tenevo a dimostrare la mia vicinanza a tutto il popolo bresciano, a tutti quelli che hanno fatto sacrifici per seguire il Brescia, a tutti quelli che hanno lavorato con onestà e dedizione per il bene del Brescia. Oggi sono stati calpestati 114 anni di storia, ma il Brescia non è lui, il Brescia siamo noi ed è per questo che Brescia non morirà mai, anzi sono certo che risorgerà più forte di prima, perché il Brescia è fatto di tanta, tantissima gente che come me ama questi colori, questa città e questa squadra. Il Brescia siamo e saremo sempre solo noi. La leonessa non muore mai».
(Unioneonline/r.sp.)