«Se i soldi regionali fossero sufficienti niente liste d’attesa»: fra sanità privata e Bartolazzi tensione massima
Centinaia di strutture hanno chiesto all’assessore di definire con urgenza un incontroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Se solo il finanziamento ordinario (della Regione) fosse sufficiente, non ci sarebbero liste d'attesa». A delineare la sanità dei sogni, quella che la politica non riesce a costruire malgrado le promesse rilanciate da una legislatura all’altra, sono gli operatori sardi della sanità privata. Centinaia di strutture che ieri lo scenario risolutorio l’hanno messo nero su bianco nella Pec inviata ad Armando Bartolazzi, a cui viene chiesta «la calendarizzazione cortese e urgente di un incontro».
Era annunciata da giorni la missiva indirizzata all’assessore. Tra Regione e operatori privati la tensione è salita perché la Giunta ha chiuso i rubinetti verso le strutture convenzionate. A fronte di un fabbisogno per il 2024 stimato in 72,4 milioni dall’Ares, l’Azienda regionale per la salute, Alessandra Todde e gli assessori del Campo largo ne hanno assegnati otto in meno.
«Peraltro con ingiustificato ritardo», spiega per tutti Stefano Porcu, l’avvocato di Cagliari che è stato incaricato di scrivere a Bartolazzi e concordare con la Regione tutti i possibili correttivi.