Rivoluzione digitale: la nostra vita su uno Smartphone
Gli trumenti tecnologici permettono l’accesso alla conoscenza ed alla vita sociale
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Giorni fa due giovani cercavano di inserire la targa per pagare il parcheggio della loro auto. Ma nonostante i loro sforzi non la ricordavano. Poi all’improvviso hanno aperto lo smartphone ed eccola lì. Certo le cose si sono complicate per la nostra memoria. Anche se abbiamo finito per dimenticare i numeri telefonici perché risiedono già nel nostro smartphone è ancor più difficile ricordare i vari Pin, le password delle app che abbiamo installato, quelle delle mail che gestiamo e tanti altri codici. Pertanto se perdiamo il telefono il dramma è consumato.
Ma anche avere la batteria scarica o essere offline provoca lo stesso effetto. Lo smartphone non è un semplice telefono. Ogni mattina, su questo dispositivo noi medici, ingegneri, avvocati, infermieri e appartenenti ad ogni professione riceviamo informazioni ed aggiornamenti sulle ultime conoscenze, sui più recenti protocolli delle più svariate materie. Ogni cittadino lo usa per avere lumi su una serie di disturbi fisici, per approfondire le conoscenze sulla sua malattia, per trovare competenze mediche specifiche.
Ma cos’è il Dr. Google? Esso è uno strumento che attraverso la Intelligenza Artificiale seleziona la mole di big data e li ripropone, filtrati, profilati sui nostri bisogni. Ovviamente la qualità dei dati è correlata alla qualità di chi li propone: ospedali, centri di ricerca, istituzioni universitarie. Questo processo di selezione dei dati diventa sempre più accurato. Ma alla base del suo successo ci sono gli smartphone, la rete che convoglia i dati e la rivoluzione digitale. L’ordine di questi strumenti andrebbe invertito. La rivoluzione digitale sarà la principale tecnologia di tutte le produzioni ed al contempo la principale porta di accesso ai beni e servizi. Da questo deriva che l’impossibilità di accesso alla rete può comportare una esclusione dai bisogni primari. Smartphone e altri strumenti permettono l’accesso alla conoscenza ed alla vita sociale.
Gli smartphone e gli smartwatch possono misurare la frequenza cardiaca e mettere in evidenza la presenza di una fibrillazione atriale da soli o con device associati. Funzionalità riconosciute prima dall’FDA, ma che a fine marzo 2019 hanno ottenuto anche il marchio CE. In un’Africa con poche strutture sanitarie lo smartphone non serve per ricordare la targa dell’auto o le password. Tanto più in un villaggio sperduto. Lì lo smartphone aiuta a fare diagnosi di malaria. “Lifelens” è una app per smartphone semplice. Una goccia di sangue del paziente posta su un vetrino viene colorata con un colore che solo il parassita malarico può assorbire. Quindi si scatta un'immagine con lo smartphone dotato di una piccola lente che fornisce un ingrandimento di 350 volte. Con l'immagine acquisita nello smartphone è possibile effettuare un conteggio cellulare utilizzando un algoritmo di rilevamento che identifica sia diversi artefatti nell'immagine che i globuli rossi e da lì è possibile identificare la malaria all'interno di quei globuli rossi. Una volta che l'app “Lifelens” ha identificato le cellule, i dati possono essere inviati al web, comprese le coordinate GPS di quel caso, che consentono agli operatori sanitari o agli scienziati di vedere le tendenze e il luogo in cui si verificano focolai di malaria. Durante la pandemia di Covid-19 anche nel nostro Paese molti medici di medicina generale hanno potuto effettuare una ecografia del polmone e fare diagnosi di polmonite con lo smartphone. Chi avrebbe mai immaginato che la nostra vita, i nostri bisogni, sarebbero stati tutti contenuti in uno smartphone.
Antonio Barracca