C’è un padre che non dimentica e reitera l’amore per la figlia, scomparsa troppo presto, attraverso gesti solidali in favore degli ammalati. Ma siccome è uno sportivo anche attraverso memorial personali come il periplo dell’isola di Carloforte a nuoto avvenuto la scorsa settimana.

Per capire ciò che Corrado Sorrentino ostinatamente compie bisogna ritornare indietro ai giorni della passione e del lutto ma anche dei miracoli.

Badate bene, ci sono persone in grado di catalizzare amore, rispetto, simpatia, vicinanza come Corrado Sorrentino e Rossana Pintus.

Ecco perché quando la loro piccola Amelia ha iniziato a stare male è accaduto uno di quei miracoli che ancora l’umanità è in grado di partorire. Tutto l’amore che hanno diffuso negli anni è tornato loro indietro moltiplicato. Gruppi di preghiera sparsi ovunque per la nostra città, pellegrinaggio intenso e infinito verso quella rianimazione dell’ospedale Brotzu. Giorno e notte. Notte e giorno.

Si è sperato e alla fine si è persa la speranza. Mentre Amelia lottava contro un male vigliacco, e i medici con lei, Rossana le ha tenuto la mano senza mai lasciarla, Corrado le ha sussurrato le migliori parole per ore e giorni senza mai mollare.

E intorno a loro un mondo di familiari, amici, atleti, compagni di scuola, di notti da dj, di sfide e di vita.

Abbiamo tutti pregato. Ma non è bastato.

Corrado e Rossana, alla fine, si sono avvicinati ai medici e hanno espresso ciò che sarebbe stata la volontà di Amelia, anche se aveva appena 7 anni. Anche se nessuno di noi se ne farà mai una ragione.

“Hai lottato Amelia per non soccombere e alla fine, nel lasciarci, hai deciso che dalla tua morte rinasca la vita, affinché altri bambini possano tornare dalle loro famiglie.”

Così hanno detto Corrado e Rossana acconsentendo alla donazione degli organi di Amelia.

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