Luca Silvestrone, che nel 2014 si era presentato come  rappresentante di una fantomatica cordata americana intenzionata ad acquistare il Cagliari Calcio, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Faenza, incentrata su un sodalizio che avrebbe ottenuto indebiti profitti, per circa 2 milioni di euro, in danno di oltre 500 persone. Una frode incentrata sui fondi erogati dall’Ue.

Assieme a Silvestrone sono state raggiunte da ordinanze di custodia cautelare in carcere, altre tre persone: Mauro Nucci, Stefano Pignatelli e Lorenzo Tellarini.

Le vittime del giro illecito sono state individuate in 13 regioni, tra cui l’Isola.

Non solo: secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, il meccanismo di frode adottato dal sodalizio si avvaleva di società con sede a Cagliari, così come a Roma e a Viareggio.

«La complessa attività d’indagine – spiegano gli inquirenti - ha permesso di disarticolare un’associazione che prospettava falsamente ad ignari soggetti la possibilità di accedere a finanziamenti erogati da organismi dell’Unione Europea, anche in parte a fondo perduto, per fornire liquidità alle imprese o per fabbisogni familiari».

«Complessivamente – continuano gli investigatori - ammontano a 50 milioni di euro i finanziamenti promessi da Silvestrone e dagli altri indagati, soldi che tuttavia non sono mai arrivati, in quanto i fondi europei erano del tutto inesistenti».

Il meccanismo di frode adottato dal sodalizio «prevedeva la richiesta alle vittime di un compenso da versare sui conti bancari delle società coinvolte a titolo di pagamento per l’istruttoria necessaria ad avviare la pratica di finanziamento». Tale compenso veniva sistematicamente messo nella disponibilità degli indagati, «mediante l’emissione di fatture false», con l’obiettivo di «far perdere traccia dei proventi illecitamente acquisiti dalle vittime delle truffe, approfittando talvolta anche della precaria situazione finanziaria in cui versavano molti di esse».

Le indagini, sottolineano ancora le Fiamme Gialle, «hanno individuato svariate casistiche: dalla richiesta di finanziamento per compravendite immobiliari, con le vittime che talvolta avevano già stipulato compromessi contando su quelle risorse aggiuntive, a istanze presentate per fronteggiare crisi di liquidità familiare, circostanze in cui per pagare l’istruttoria era stato addirittura acceso un ulteriore prestito a monte».

(Unioneonline/l.f.)

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