Tre residenti in Lombardia (di cui una di origini israeliane), una in Emilia Romagna e una in Calabria.

Sono le cinque famiglie devastate dall'incidente di Stresa dove per il cedimento di un cavo della funivia una cabina è precipitata uccidendo 14 passeggeri.

“Stiamo salendo in funivia”, scriveva poco prima della tragedia Roberta Pistolato, che proprio ieri aveva compiuto quaranta anni. Insieme al marito, Angelo Vito Gasparro, risiedevano nel Piacentino ma erano entrambi originari di Bari. La coppia si trovava in gita al lago Maggiore proprio per festeggiare il compleanno di lei. Roberta era fresca di studi in Medicina e lavorava come guardia medica alla Asl di Piacenza.

Tra le vittime anche Serena Cosentino, 27 anni, di Diamante (Cosenza): da alcuni mesi si era trasferita a Verbania dove aveva vinto un concorso come borsista di ricerca al Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque. Nell'incidente è morto anche il fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi (23), iraniano. Anche lui risultava residente a Diamante, ma viveva a Roma dove studiava. Era andato a trovare la fidanzata a Verbania e insieme erano andati a fare una gita sul Mottarone. Serena aveva compiuto gli anni il 4 maggio.

Ancora, la famiglia di origini israeliane: Amit Biran, del 1991, residente a Pavia; Tal Peleg, del 1994, anche lei residente a Pavia. Nell'elenco delle vittime c'è anche il figlioletto Tom Biran, nato a Pavia nel 2019. La coppia aveva un altro figlio, di cinque anni, portato d'urgenza all'ospedale di Torino e sopravvissuto allo schianto. Anche loro in gita nella località del Lago Maggiore.

I più anziani Barbara Cohen Konisky del 1950 e Itshak Cohen del 1939, nonni materni arrivati da Israele per passare le vacanze con la loro famiglia. Silvia Malnati, 27 anni e Alessandro Merlo, di 29 erano due fidanzati di Varese. Appassionati di natura, mare e montagna, erano partiti insieme per una gita e avevano scelto la montagna che si erge tra il Lago Maggiore e il Lago d'Orta. La quinta famiglia è quella di Vittorio Zorloni, del '66, residente a Vedano Olona (Varese).

A bordo della funivia c'era anche Elisabetta Persanini, nata nel 1983, e il figlio di 5 anni, che è morto dopo essere stato trasportato a Torino.

LE TESTIMONIANZE – Quando i soccorritori hanno raggiunto il luogo dello schianto dopo essersi inerpicati tra i boschi sulle pendici del Mottarone hanno trovato lamiere accartocciate e pochi segni di vita.

"Si sono trovati di fronte a immagini forti - dice il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania - Preferirei non entrare nei dettagli". Per arrivare il più rapidamente possibile sul posto di un dramma ancora da spiegare, un mezzo dei vigili del fuoco si è ribaltato, senza conseguenze per i suoi occupanti. Con i pompieri a poche centinaia di metri dalla stazione d'arrivo della funivia sono accorsi i Carabinieri e le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico.

"L'incidente è successo nella parte in cui la seggiovia ha maggior distacco dal terreno – ha spiegato uno dei soccorritori -. Un urto tremendo: abbiamo trovato alcune persone imprigionate nella cabina precipitata, altre invece erano state sbalzate al di fuori''. Al Mottarone anche il sindaco di Stresa, Marcella Severino.

"E' stata - racconta - un'immagine terribile quella che mi sono trovata davanti quando sono salita. E pensare che Stresa in questi giorni ha visto l'arrivo di diversi turisti desiderosi di godersi questa giornate che dovevano segnare la ripresa della vita normale. Invece sulla nostra montagna è piombata questa tragedia immane - dice Severino -. Saranno le inchieste a stabilire cosa è successo, anche se la funivia aveva visto importanti interventi di manutenzione straordinaria negli scorsi anni. Per questo resto basita''.

(Unioneonline/D)

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