Segregata in casa per sei anni e costretta a prostituirsi. È la storia di una 28enne palermitana e del suo compagno aguzzino di 51.

I due sono andati a convivere nel 2010, a Palermo: da allora per la giovane è cominciato l'incubo.

L'uomo l'ha segregata nell'abitazione, chiudendo la porta d'ingresso dall'esterno con un lucchetto e sbarrando le finestre con delle tavole di legno fissate con dei chiodi. Quindi l'ha costretta ad avere rapporti sessuali con uno o più uomini, era lui a concordare gli appuntamenti.

I rapporti avvenivano soprattutto in casa, ma a volte anche in auto o in aperta campagna: il compenso a prestazione, incassato dall'uomo, era di 20 euro, a cui talvolta si aggiungevano dei generi alimentari.

E se lei provava a rifiutarsi scattava il pestaggio. In due casi la donna è anche finita in ospedale: in un'occasione per una frattura al setto nasale, nell'altra un trauma cervicale e persino un aborto.

Violenze e abusi sono andati avanti da luglio 2010 ad aprile 2016, quando la ragazza, assieme al padre, si è recata alla caserma di Partinico (Palermo) e ha raccontato tutto ai carabinieri, tra le lacrime.

A confermare la sua storia una trentina di clienti.

L'aguzzino è ora in manette: dovrà rispondere delle accuse di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
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