Il tribunale di Mantova ha condannato a otto mesi di reclusione (con pena sospesa e non menzione) il giovane di 21 anni accusato di “atti sessuali su minori” per aver messo incinta una ragazza all'epoca 13enne (che adesso ha 15 anni) da cui ha poi avuto una figlia e con la quale convive tuttora. 

Non luogo a procedere, invece, per la madre della ragazza, che era finita sotto accusa per mancato controllo sulla figlia minorenne.

Il caso era salito alla ribalta delle cronache nei mesi scorsi. «Ci amiamo», hanno sempre sostenuto i due ragazzi, presentandosi anche in tribunale mano nella mano.

«Questa è una vicenda molto particolare», aveva detto lo scorso maggio l’avvocato del 21enne, Giovanni Gasparini. Aggiungendo: «La legge stabilisce dei limiti al di qua dei quali si pone l'illiceità. Questi imiti, però, devono essere precisi e determinanti. Ma questo solco dell'illiceità è difficile da stabilire. Spetta a noi avvocati fare emergere la peculiarità del caso e distinguere tra fattispecie penale astratta e realtà. Basti pensare – aveva concluso - che se il fatto fosse avvenuto solo 8 mesi dopo la ragazza avrebbe avuto 14 anni e sarebbe stato lecito».

(Unioneonline/l.f.)

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