Dolore e rabbia ai funerali di Luigi Di Sarno, il cinquantaduenne originario del Napoletano morto per intossicazione da botulino dopo aver mangiato un panino sul lungomare di Diamante, in Calabria. Ad accompagnarlo parenti e amici nella chiesa del Santissimo Rosario nel quartiere di Poggioreale a Napoli.

Da tutti la richiesta di giustizia. «Non si può morire nel 2025 per un panino: perché i medici non hanno capito che i sintomi erano riconducibili proprio all'avvelenamento da botulino?», hanno detto i parenti. Di Sarno è una delle due persone, insieme con Tamara D'Acunto, decedute nei giorni scorsi nell'ambito del focolaio calabrese di intossicazione da botulino, dopo aver mangiato panini con salsiccia e friarielli da un food truck a Diamante, in provincia di Cosenza. Con loro, in Sardegna, Roberta Pitzalis a Monserrato.

Nell'inchiesta calabrese – della Procura di Paola – sono indagate dieci persone, tra cui l'ambulante, tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto e sei medici delle strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura Luigi di Sarno e Tamara D'Acunto prima del loro decesso. I reati ipotizzati sono a vario titolo omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.

E l’indagine ha anche superato i confini di Sardegna e Calabria, visto che su indicazione della Procura di Cagliari i Nas di Torino hanno effettuato un maxi sequestro di cibo a Vigone, in Piemonte.

(Unioneonline)

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