Sul disastro della Moby Prince “non risultano atti o documenti che siano soggetti a classifiche di segretezza, come non risulta che siano stati apposti limiti all'accesso della documentazione in possesso del Comando generale o della Capitaneria di porto a seguito delle richieste formulate da parte dell'Autorità giudiziaria e delle commissioni parlamentari".

Lo ha scritto il presidente del Consiglio Mario Draghi ad Andrea Romano, presidente della commissione parlamentare sul disastro del 10 aprile 1991, quando il traghetto della Navarma si scontrò con la Agip Abruzzo, nel mare davanti a Livorno, innescando un incendio costato la vita a 140 persone.

Insomma, il premier ha confermato che non esistono faldoni “top secret” riguardanti la strage e che tutto il materiale documentario sull’accaduto è pienamente disponibile.  

Nella sua missiva alla commissione, Draghi definisce quella del Moby Prince "una ferita aperta per l'Italia", sottolineando di condividere "pienamente la necessità di impegnarsi per la costruzione della verità sui fatti e far luce sulle responsabilità e sulle circostanze che hanno causato l'immane tragedia".

Quella presieduta da Romano è la seconda commissione parlamentare d’inchiesta che si occupa del caso, ancora controverso. 

"Nella memoria collettiva - venne scritto nella relazione finale - la vicenda del disastro del traghetto Moby Prince evoca la nebbia e la morte in pochi minuti di 140 passeggeri e membri dell'equipaggio, uccisi dal fuoco e dal fumo, traditi dalla distrazione" dell'equipaggio "forse anche per una partita di calcio. Questa rappresentazione è frutto degli esiti di venti anni di procedimenti amministrativi e giudiziari".

La commissione invece escluse che quella sera vi fosse nebbia - ritenuta una delle cause dello scontro - ed escluse negligenze da parte dell'equipaggio. Non solo. Il traghetto - diretto a Olbia - avrebbe virato improvvisamente, senza una spiegazione. Infine, il tema dei soccorsi: i tempi di sopravvivenza a bordo sarebbero stati piuttosto lunghi, "ma - sostenne il presidente della commissione, Silvio Lai (Pd) - le operazioni di soccorso furono di fatto assenti nei confronti del Moby Prince". La nuova commissione ha quindi l'obiettivo di colmare - anche - questi buchi. "Ogni atto pubblico relativo alla Moby Prince è a disposizione della magistratura e del Parlamento - ha detto Romano - E' un motivo in più affinché l'impegno delle istituzioni per la verità proceda con assoluta urgenza".

(Unioneonline/l.f.)

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