Un viaggio della speranza iniziato da Mahres, in Tunisia, alle 4 di mattina, con destinazione Lampedusa. Sulla barca, insieme ad altri migranti, una giovanissima mamma, 19 anni appena, originaria della Costa d’Avorio, con il suo piccolo di appena 20 giorni fra le braccia. Il neonato soffre di disturbi respiratori, e i genitori sperano di arrivare in Italia per riuscire a farlo curare. Il papà tuttavia non parte, resta in Tunisia, forse perché viaggiare tutti insieme non sarebbe economicamente sostenibile per la giovane famiglia: e così il fagotto viene affidato alla mamma. Il viaggio, purtroppo, si rivela più aspro di quanto i due genitori avessero potuto immaginare, e il bimbo non ce la fa: il freddo della notte se lo porta via, e all’arrivo in Italia la diagnosi dei medici che accorrono al molo Favarolo sarà “morte per ipotermia”.

Un nuovo dramma, dunque, che si aggiunge a quello degli altri cadaveri che le acque del mare continuano incessanti a restituire lungo le coste della Sicilia, dove nelle ultime 36 ore sono approdati 640 migranti.

"È un continuo ricevere chiamate da parte delle forze dell'ordine per informarmi che ci sono cadaveri. Mi sembra di assistere a un bollettino di guerra e ciò che mi preoccupa è che stia diventando una quotidianità, nell'indifferenza dell'Europa", le parole del sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino. “È duro lavorare in queste condizioni, innanzitutto umanamente e poi perché il nostro comune non può sopportare questo peso, anche per l'insufficienza di risorse umane, strumentali e finanziarie". Il primo cittadino ha scritto al premier Giorgia Meloni e al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per chiedere un incontro urgente. "Vanno cercate soluzioni durature e fattibili alle problematiche che hanno ricaduta diretta su questo territorio – ha aggiunto Mannino – . Chiedo ascolto e solidarietà al governo centrale".

Nel frattempo, il cadavere del piccolo di 20 giorni è stato trasferito nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, accanto alla sua altre quattro bare di altrettanti migranti. La Procura di Agrigento, con il suo facente funzioni Salvatore Vella, ha già disposto il nulla osta alla sepoltura dei cadaveri, mentre la mamma del piccolo è stata trasferita, così come i compagni di viaggio, all'hotspot di contrada Imbriacola.

(Unioneonline/v.l.)

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