Oggi si chiude un'epoca per gli studenti delle superiori. Per l'ultimo anno, infatti, si svolge la terza prova, il cosiddetto "quizzone".

Sarà l'ultima volta che gli studenti dovranno affrontare la maturità "vecchia maniera", quella della riforma Berlinguer della fine degli anni '90. Dal prossimo si cambia e la terza prova, con le sue grandi incognite, sparirà.

Dal 2019 ci saranno, appunto, solo due scritti e l'orale.

Dunque, oggi, però, il famigerato "quizzone" è ancora realtà. Con le sue domande temibili e quell'indeterminatezza sugli argomenti da affrontare che lo precede.

Anche se, a dire il vero, molti studenti hanno già ricevuto qualche informazione dai professori sugli argomenti oggetto della terza prova.

Una prova che ha lo scopo di verificare il grado di conoscenze acquisite dagli studenti nelle varie materie svolte durante l'ultimo anno di superiori.

Che ha carattere multidisciplinare ed è elaborata dalla commissione d'esame, che sceglie la tipologia di prova e gli argomenti in base allo specifico percorso di studi e secondo le informazioni contenute nel Documento di Classe, compilato dal Consiglio di classe entro il 15 maggio.

I professori interni e i commissari esterni decidono quindi quali materie inserire, la modalità di svolgimento e la durata della prova.

Il voto massimo è di 15 punti, con la sufficienza fissata a 10.

Il fatto che la terza prova di maturità sia multidisciplinare e nozionistica, ha portato spesso gli studenti a cercare stratagemmi per evitare l'effetto sorpresa (in teoria non dovrebbero conoscere, fino al giorno d'esame, le materie contenute nello scritto) e per cercare di "beccare" più risposte possibili.

(Unioneonline/DC)

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