Fornire ai magistrati strumenti più efficaci e adeguati per punire chi maltratta gli animali e chi si macchia di azioni «particolarmente gravi». Sono questi i principali obiettivi della legge approvata di recente che porta il nome di Michela Vittoria Brambilla, deputata di Noi moderati e presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente. Brambilla, in una conferenza stampa in Senato, ha spiegato le novità della riforma.

«Le pene detentive saranno sempre accompagnate da una multa, anche di dimensioni maxi: fino a 60 mila per l'uccisione, fino a 30 mila per il maltrattamento», ha aggiunto sottolineando che «il reato di uccisione di animali e quello di maltrattamento di animali rappresentano da soli il 68,6% di tutti i reati contro gli animali perseguiti dalle procure italiane: rispettivamente il 39,6 e il 29% del totale. Benché la maggioranza dei fascicoli sia a carico di ignoti (nell'ordine, l'87 e il 53%) è soprattutto su queste due fattispecie che si farà sentire la stretta operata dalle nuove norme».

La deputata ha ricordato la novità del reato di uccisione o danneggiamento di animali altrui, che prevede una pena detentiva da uno a quattro anni. «L'articolo sarà applicabile all'uccisione o al danneggiamento anche di un solo bovino o equino. Oggi a questo articolo si riferisce circa il 4% dei fascicoli aperti», ha aggiunto. Altra novità è il reato di organizzazione di combattimenti, insieme con le competizioni non autorizzate e il reato di traffico di cuccioli e a chi li commette si applicheranno le misure del codice antimafia. Previste invece sanzioni fino a 5mila euro per la violazione del divieto di tenere una cane alla catena. Per la deputata la prossima tappa è la tutela dei selvatici: «Quella contro la caccia è e resta la mia battaglia", ha concluso.

(Unioneonline/v.f.)

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