Covavano da tempo i sospetti su padre Andrea Melis, il sacerdote originario di Villamassargia arrestato a Genova con l’accusa di pedofilia. Ma gli unici a presentare denuncia sono stati  i genitori del chierichetto che per tre anni, fin da quando ne aveva 13, aveva subito le attenzioni ossessive del sacerdote. Sfociate, si scoprirà poi, in una presunta relazione sessuale: il prete, intanto, era arrivato  a proporre di «poter portare con lui» il ragazzo,  «in vacanza in Sardegna». Mentre lo riempiva di regali costosi. 

Questo è solo uno dei dettagli dell’inchiesta – riportati dal Corriere della Sera – sul parroco di origine sarda che potrebbe aver molestato almeno sette ragazzini, fra chiesa e scuola elementare. In tre casi  i fatti sono formalmente contestati nell’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari, per altri sono in corso accertamenti. Alcuni sono anche ex allievi della stessa scuola, che ricevevano sigarette elettroniche, birre e bibite energetiche, abbigliamento di marca, mancette in denaro. In cambio padre Melis esigeva carezze, massaggi, baci rubati e la promessa di non dire nulla ai genitori. Ma qualcuno ha deciso di parlare. 

Ed è emerso che più di un genitore immaginava che qualcosa non andasse: i figli tornavano a casa con felpe e abiti griffati e non sapevano spiegarne la provenienza.  La voce sulle presunte tendenze del parroco aveva cominciato a circolare. Uno dei ragazzi gli aveva detto: «Sanno che sei un pedofilo, verranno a cercarti». Per tre anni, almeno, non è successo. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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