Iss: "Progressi ma serve cautela"Ad aprile più donne contagiate
L'indice di trasmissibilità in tutta Italia resta stabilmente sotto l'1: "Ma ci vuole poco a tornare sopra la soglia". Ad aprile alta percentuale di contagi nelle RsaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il numero dei casi di Covid-19 "si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese".
Lo ripete il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa sull'andamento epidemiologico del coronavirus.
Buone notizie arrivano dall'indice di trasmissibilità, che in tutta Italia resta stabilmente sotto l'1. L'indice Rt, ossia il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto, è uno degli indicatori più importanti per stabilire le regole della fase 2 e monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia.
In Italia l'indice medio si aggira tra la 0,2 (Sicilia) e lo 0,7 (Emilia-Romagna). In Sardegna il dato medio è 0,69 anche se viene specificato che per l'Isola, come per tutte le Regioni con relativamente pochi contagi, il numero per il momento è "molto incerto".
In ogni caso, ammonisce in videocollegamento Stefano Merler della fondazione Bruno Kessler di Trento, "ci vuole poco a tornare sopra la soglia".
LE FONTI DI INFEZIONE - La maggiore concentrazione dei casi a livello nazionale, nel mese di aprile, "si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro", ha affermato Brusaferro.
Nel dettaglio, il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro.
Posto che ci sono aree "a bassa, media e alta circolazione del virus" e "ci sono focolai anche in aree a bassa circolazione", la curva mostra che "crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici".
Ci sono evidenze però che "le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità" e che, sempre ad aprile, sono aumentati i casi tra le donne.
FOCOLAI LOMBARDI A GENNAIO - "Da fine gennaio", ha sottolineato Merler, si è registrato in Lombardia "qualche cluster di trasmissione che non ha originato" molti contagi: "Dopo di che si è avuta invece la grossa epidemia verso l'11-12 febbraio e si è raggiunto il picco di Rt vicino a 3 gli ultimi giorni di febbraio, più o meno in corrispondenza dell'identificazione del paziente 1".
(Unioneonline/D)
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