«Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte».

Sono le parole del fratello di Saman Abbas, la 18enne pachistana uccisa nella Bassa reggiana tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021, e che saranno scritte su una stele posata accanto alla tomba della diciottenne nel cimitero di Novellara. Sulla lapide realizzata dal Comune sarà scritto semplicemente "Saman Abbas" con le date di nascita (18/12/2002) e di morte (1/05/2021). 

Abbas è stata inumata oggi in direzione di La Mecca, in una cerimonia riservata. Durante le esequie con il rito islamico presiedute da Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, era presente una quindicina di persone tra cui il fratello della 18enne. «Non è riuscito ad esprimersi – ha spiegato Lafram ai giornalisti - come sappiamo tutti è ancora molto provato, sta vivendo con difficoltà l'elaborazione di questo lutto. Il silenzio suo è molto significativo e va assolutamente rispettato». 

Per la morte di Saman, uccisa secondo le accuse perché si opponeva a un matrimonio forzato, sono stati condannati all'ergastolo il padre Shabbar, estradato dal Pakistan, e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante. Condannato a 14 anni di carcere lo zio della ragazza, Danish Hasnain.  

(Unioneonline/D)

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