A inizio 2022 in Italia arriveranno altri due vaccini anti Covid. Lo ha detto il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini a Sky: “Per Novavax e Valneva è attesa la valutazione di questa settimana da parte di Ema per il primo e poi, poco dopo, per il secondo”.

Quindi “nei primi mesi del prossimo anno potremmo avere la disponibilità di questi vaccini, è bene che ci sia un’ulteriore offerta vaccinale sia per gli ingiustificati scettici (che non devono esserlo verso i vaccini a Rna perché si sono dimostrati sicuri), sia perché possono diventare di più facile utilizzo”.

Allo stesso tempo “si studia se modificare i vaccini sulla base delle varianti esistenti”.

Ma perché i nuovi vaccini potrebbero convincere gli scettici? Il Novavax, made in Usa, sfrutta la tencica delle proteine ricombinanti, è dunque basato su una tecnologia antica più accettata dagli scettici: è in uso da tempo contro malattie come la pertosse, epatite B, Hpv, meningococco B. Le molecole si assemblano formando particelle simil-virali sulla cui base l’organismo produce la risposta immunitaria. Secondo l’azienda l’efficacia è intorno al 90%. Inoltre ha un costo molto contenuto e si può conservare in frigo, può dunque risolvere il problema della vaccinazione nei Paesi poveri.

Il franco-austriaco Valneva si basa invece sul virus inattivato che stimola la risposta immunitaria. In sostanza contiene il virus SarsCov2 “ucciso”, che non può causare la malattia ma scatena la risposta immunitaria.

Due vaccini completamente diversi sia rispetto a quelli Pfizer e Moderna (a mRna) che a quelli di AstraZeneca e J&J (a vettore virale). In particolare quelli a mRna, primi con questa tecnologia, hanno dato il là alle più disparate e bislacche teorie da parte dei complottisti: “Modificano il nostro Dna”, “ci comandano dall’interno”, “ci iniettano il microchip”, “non sono vaccini, è terapia genica sperimentale”.

(Unioneonline/L)

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