È probabile che ci sarà bisogno di una vaccinazione annuale contro il Covid, e per molti anni a venire.

A riferirlo l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, in un'intervista alla Bbc, spiegando che sarebbe necessario per mantenere un "livello di protezione molto elevato".

Bourla, che ha parlato con la Bbc prima dell'emergere della variante Omicron, ha affermato che Pfizer aveva già realizzato vaccini aggiornati in risposta alle varianti Beta e Delta, ma che non erano stati necessari. E l'azienda ora sta lavorando a un vaccino aggiornato in risposta alla variante Omicron.

Secondo Bourla il nuovo “siero” potrebbe essere pronto in 100 giorni. 

Scadenza un po’ più ravvicinata per Moderna, come specificato da Andrea Carfì, chief scientific officer dell’azienda farmaceutica, che si è espresso sull'efficacia dei vaccini contro la variante Omicron su Sky TG24.

"Abbiamo, durante i mesi passati, sviluppato altre versioni del vaccino, proprio per tentare di essere pronti nel caso di nuove varianti. Poi, allo stesso tempo, ci siamo messi in moto per generare un vaccino che, appunto, è disegnato proprio per questa nuova variante e dovremmo essere in grado di iniziare degli studi clinici a gennaio", ha aggiunto Carfì. "Moderna ha dimostrato nei mesi precedenti di essere in grado di partire dalla sequenza e di arrivare a studi clinici entro 40-60 giorni. Quindi speriamo, entro gennaio, di poter fare anche questi test".

Carfì si è espresso inoltre sulla tempistica per la terza dose, se dopo tre o cinque mesi: "Non ci sono controindicazioni, è una decisione che va fatta in base a quella che è l'epidemiologia", ha affermato. "I diversi sistemi sanitari devono decidere quando sia il momento migliore di somministrare la terza dose, però penso che quello che va enfatizzato è che è importante ricevere la terza dose".

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata