Covid, Palù: “I vaccini ci hanno allungato la vita di quasi 20 anni. Convinciamo gli scettici”
Il presidente Aifa: “Pensiamo a obbligo vaccinale per chi ha una funzione pubblica”
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La priorità è "convincere gli ‘esitanti’ a vaccinarsi contro il Covid, sulla base di dati scientifici oggettivi. Sappiamo che un 4-5 per cento della popolazione è No vax ed è inutile ogni tentativo di persuasione. Un altro 15-20 per cento, tra i 30 e i 60 anni, è composto da persone timorose o dubbiose: su queste dobbiamo lavorare". Così Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), in alcune interviste riprese oggi dalle agenzie di stampa.
Secondo Palù molti dimenticano che i vaccini hanno incrementato la vita "di quasi vent' anni dall'inizio del '900". Agli inizi del secolo scorso "la mortalità infantile era al 20 per cento, oggi grazie ai vaccini è allo 0,2".
In un mondo globalizzato "più che dell'immunità di gregge dovremmo preoccuparci della protezione dalla malattia, che gli attuali vaccini garantiscono efficacemente".
Palù crede che "sia necessario interrogarsi sull'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell'ordine e altra categorie. Ricordiamo che la salvaguardia del bene pubblico è tutelata anche dall'articolo 2 della Costituzione".
Per parlare di terza dose, "bisogna pensare a chi, quando e cosa somministrare" spiega. Chi: "Dai 50 anni in su aumenta il rischio collegato al Covid e la risposta del sistema immunitario diventa meno efficace; inoltre il Cts ha già consigliato la terza dose per i soggetti fragili". Quando: "Occorre attendere i risultati degli studi israeliani e americani per valutare il momento più opportuno". Cosa: "Si stanno allestendo vaccini in grado di proteggerci dalle varianti che avranno un percorso di approvazione facilitata da Ema e Fda".
Nel frattempo per ottobre dovremmo avere "due nuove categorie di farmaci antivirali specifici". Ema "dovrà valutare questi inibitori, da usare in fase acuta anche per bocca". I pazienti "saranno trattati sempre più a livello domiciliare senza intasare gli ospedali".
(Unioneonline/v.l.)