Manca solo il passaggio al Senato per la storica legge che stanzia 100 milioni di euro a favore dei piccoli comuni italiani, patrimonio tipico del Belpaese sempre più a rischio spopolamento per le carenze infrastrutturali, la mancanza di lavoro o la scarsità di servizi.

Una legge che riguarda molto da vicino la Sardegna, con la cifra record di 314 comuni con meno di 5mila abitanti su un totale di 377 - dall'elaborazione Ancitel dei dati Istat del 1 gennaio 2017 - tra i quali molti a rischio scomparsa, per il lento e inesorabile abbandono degli abitanti.

La norma, già approvata all’unanimità alla Camera il 28 settembre del 2016, è inserita nel calendario dei lavori d'aula del Senato per il mese di settembre e se dovesse passare sancirebbe definitivamente il via al finanziamento di una serie di interventi per la riqualificazione e manutenzione del territorio, con particolare attenzione alla tutela ambientale, alla messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle infrastrutture stradali, e alla riduzione del rischio idrogeologico.

Il suggestivo paesaggio di Monetleone Rocca Doria, Sassari

LE MISURE PREVISTE - Poste, scuole, ambiente, agricoltura e commercio sono tra i settori interessati dalla legge, che prevede anche misure al passo coi tempi per la promozione degli alberghi diffusi, della banda larga e della filiera corta nell'agroalimentare. E insieme punta su interventi mirati che potrebbero rendere più facile la vita a chi già abita nei piccoli centri o incentivare l'arrivo di nuovi residenti: tra questi l'attivazione di uno sportello postale in ogni piccolo comune, la creazione di centri multifunzionali e la salvaguardia delle scuole locali a rischio chiusura, con progetti di sperimentazione del teleinsegnamento.

Tutto nell'ottica di convincere le giovani generazioni a fare una scelta di vita in controtendenza, lasciando le grandi città per centri a misura d'uomo, magari approfittando di agevolazioni fiscali come le detrazioni d'imposta sui canoni d'affitto abitativi o di incentivi all'impresa, come il riconoscimento di un credito di imposta del 10% per investire localmente.

IL RILANCIO DELL'ECONOMIA LOCALE - Particolare attenzione è riservata anche al rilancio delle professioni tradizionali, agricole e artigianali, storicamente connesse ai centri minori, in Sardegna come nel resto d'Italia. La legge prevede, ad esempio, un finanziamento pari al 40% della spesa complessiva per l'acquisto di terreni da parte di piccoli coltivatori diretti, imprenditori agricoli o cooperative locali, limitato, però, alle persone in età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nella stessa direzione vanno le misure di promozione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari locali e tradizionali, favorendo la cosiddetta filiera corta e il chilometro zero.

"È un'opportunità per tutto il Paese con un'idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità e coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l'innovazione, le nuove tecnologie e la green economy", ha sottolineato Ermete Realacci, tra i primi promotori del provvedimento.

Per la Sardegna, poi, potrebbe essere la chiave per "salvare" tanti gioielli paesaggistici e architettonici che negli ultimi decenni hanno vissuto una vera e propria emorragia demografica, e mantenere in vita un prezioso patrimonio di storia, tradizione e identità.

(Redazione Online/b.m.)

Il centro abitato di Escolca, Cagliari

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