«Ci sono notizie che ti lasciano senza fiato, che non riesci a comprendere e che fanno crollare il cuore». Parole di dolore per la morte di Cinzia Pinna, la giovane 33enne di Castelsardo, uccisa dall’imprenditore reo confesso di Arzachena, Emanuele Ragnedda. A scriverle sui social è una delle sue amiche, Serena Mura.

«Oggi ho perso un’amica, e con lei una parte dei ricordi che ci avevano legato. È difficile accettare che non ci sarà più, che la vita può spezzarsi così all’improvviso, lasciando un vuoto che niente potrà colmare. La tua vita è stata spezzata in un modo crudele e ingiusto, e questo fa ancora più male. È terribile pensare che a volte il pericolo possa arrivare proprio da chi ti sta accanto, da chi dovrebbe proteggerti e non distruggerti», è il suo pensiero.

C’è tanto dolore nella comunità di Castelsardo che, dopo giorni di angoscia e apprensione, si trova ad affrontare la drammatica notizia della morte di Cinzia Pinna. Un omicidio che l’imprenditore del vino, Ragnedda ha confessato di aver commesso con un’arma da fuoco, presso la sua tenuta Conca Entosa, nel territorio tra Arzachena e Palau.

Il paese, che si era mobilitato per le ricerche, si è chiuso nel silenzio. «L'intera città di Castelsardo è sconvolta e attonita di fronte alla notizia della tragica scomparsa di Cinzia», è il commento della sindaca di Castelsardo. «La sua morte violenta ha scosso profondamente la nostra comunità che ha voluto sperare in un diverso epilogo fino all’ultimo, testimoniato dai molti volontari impegnati nelle ricerche. A nome di tutta l'amministrazione e di tutti i cittadini, non posso che esprimere il più profondo cordoglio – prosegue - e la più sentita vicinanza alla famiglia di Cinzia, una famiglia conosciuta e stimata da tutti. Castelsardo si stringe a loro in questo momento di immenso dolore con un abbraccio silenzioso e commosso, carico di solidarietà. Quanto accaduto è sicuramente un fatto inedito e apre una ferita profonda nella nostra comunità».

Giovedì 25 settembre, a partire dalle 21, si terrà una fiaccolata per le vie del paese: è stata promossa da don Pietro Denicu, parroco della cattedrale di Sant’Antonio Abate, «per dire no alla violenza e per dire si alla vita che dobbiamo custodire». La fiaccolata partirà dalla chiesa del Crocifisso con arrivo in piazza del Novecentenario, un silenzio corale di tutta la comunità e soprattutto dei giovani. Il parroco invita a stringersi attorno alla famiglia di Cinzia, al padre Renato, alla madre Diana e alla sorella Carlotta, che aveva lanciato accorati appelli dopo la scomparsa della donna. «Diventiamo custodi gli uni degli altri perché il resto è solo un effimero appannaggio che il tempo consuma», ha detto don Denicu. Il sacerdote ha espresso vicinanza ai familiari, noti e stimati ristoratori di Castelsardo.

© Riproduzione riservata