Padre Gabriele Biccai, parroco di Sinnai, è da quasi due anni “provinciale dei Carmelitani scalzi per l’Italia centrale”.  A Sant’Isidoro, piccola borgata sulla vecchia Orientale sarda, c’è la chiesa dove i Carmelitani scalzi svolgono parte della loro missione, all’interno di un ambiente sociale caratterizzato da povertà, voglia di fare bene per gli altri. Chi bussa a questa porta trova sempre risposta. Qui padre Gabriele svolge una parte della sua missione, riuscendo a dare tutto anche per una grossa parrocchia come quella di Sinnai.

Una nobile figura: padre Gabriele è arrivato a Sinnai poco più di due anni e mezzo fa. Era stato chiamato dall'arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi a sostituire don Alberto Pistolesi morto nel dicembre del 2021 in un incidente stradale al Poetto a Quartu. E da padre umile, ma grandissimo com’è, ha anche uno straordinario amore per la terra, per la Sardegna, lui che è di Sindia.

Ieri a Sinnai in occasione della festa di Sant'Elena, con una chiesetta immersa su un territorio di straordinaria bellezza, tra ulivi secolari, padre Gabriele ha fatto le sue riflessioni sulle pale eoliche che minacciano la Sardegna. Lo ha fatto dedicando una intera pagina del Settimanale della parrocchia di Santa Barbara.

«Ognuno di noi deve sentire come propria quella vocazione originaria a essere custodi del Creato, custodi della nostra terra. Coltivare e custodire il giardino del mondo, così come ci insegna Papa Francesco. Coltivare significa arare o lavorare un terreno. Custodire vuole dire proteggere, curare , perseverare, conservare, vigilare».

Le sue parole vergate sulla carta hanno colpito tutti. «È un inganno, una menzogna pensare di “spremere” il pianeta, la nostra terra fino al limite e oltre ogni limite. La nostra casa comune va difesa da ogni abuso indiscriminato e arbitrario. Non possiamo permettere che ci sia rubato e deturpato l’immenso patrimonio artistico, culturale e ambientale che fanno bella, unica e originale la nostra Sardegna».

Padre Gabriele, ricorda che le pale eoliche rischiano di coprire l’intera Sardegna. Tante ne sono previste anche nel territorio di Sinnai e dintorni. «In questo tempo di vacanza, di riposo- aggiunge il parroco- riscopriamo la felice arte della contemplazione: fermiamoci a contemplare la bellezza del nostro mare, dei nostri paesaggi e impariamo a dire Grazie. Lo sfruttamento, come ci ricorda Papa Francesco nella “Laudato Sii”, nasce proprio dalla incapacità di fermarsi e contemplare il bello…. Quando non si impara ad apprezzare e ammirare il bello , non è strano che ogni cosa si trasformi  in oggetto di uso e abuso senza scrupoll. Lasciamola in pace questa nostra terra: è bella così, come Dio l’ha creata. Impariamo a volergli bene , ad amarla, a custodirla. Viviamo in simbiosi con essa, ricordandoci che anche noi siamo terra».

Un no alla speculazione energetica. Non alle pale eoliche così come si stanno proponendo in Sardegna. A Sinnai è stato proposto un parco eolico di quattordici pale tra vigneti, siti archeologici e importanti siti ambientali. Il 26 agosto si terrà un Consiglio comunale per dibattere il problema.

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