Omicidio di Cinzia Pinna, interrogatorio in Tribunale: Ragnedda parla davanti al Gip
Il reo confesso ha deciso di raccontare la sua versioneVideo di Andrea Busia
Il telefono di Cinzia Pinna non si trova. I carabinieri e gli specialisti del Ris hanno battuto palmo a palmo l’abitazione e i terreni di Emanuele Ragnedda, il quarantunenne che ha confessato l’omicidio della trentatreenne di Castelsardo, avvenuto la notte dell’11 settembre all’interno della tenuta dell’imprenditore nelle campagne tra Arzachena e Palau. Ma non è stata trovata traccia del cellulare della vittima.
Il dispositivo risulta inattivo dalla notte del delitto. Non è certo che possa fornire elementi cruciali per le indagini, ma è sicuro che sia un tassello mancante per la ricostruzione di un quadro che agli occhi degli inquirenti si fa sempre più chiaro.
Ragnedda ha già ammesso di aver sparato con la sua pistola – il porto d’armi gli è stato concesso per ragioni legate alla sua sicurezza – durante un lite, al culmine della quale, sentendosi minacciato – mentre era sotto l'effetto di cocaina e alcol – da quella che subito dopo è diventata la sua vittima. Non è ancora chiaro cosa sia successo esattamente negli istanti immediatamente precedenti. Il reo confesso ha raccontato che Cinzia Pinna gli si sarebbe avvicinata tenendo in mano un oggetto. Ma sul punto al momento mancano alcuni rilevanti dettagli.
Potrebbero emergere davanti Gip del Tribunale di Tempio, Marcella Pinna, che è a confronto con Ragnedda in tribunale a Tempio per l’interrogatorio di garanzia, iniziato alle 17.
L’indagato, assistito dall’avvocato Luca Montella, ha deciso di parlare.
(Unioneonline)