Proseguono le indagini degli inquirenti per ricostruire tutte le fasi dell’omicidio di Cinzia Pinna e accertare tutte le responsabilità, in particolare se e quanto aiuto abbia avuto da altri possibili complici Emanuele Ragnedda, l’imprenditore reo confesso finito in cella. 

Oggi saranno effettuati accertamenti sulla sua auto e su quella del giovane lombardo sospettato dalla Procura di Tempio di favoreggiamento.

Intanto, dall’autopsia emerge che nella tenuta di Conca Entosa, tra Palau e Arzachena, la 33enne di Castelsardo è stata colpita al volto da tre proiettili: uno – fatale – l’ha centrata allo zigomo, altri due l’anno colpita di striscio. 

Ieri del delitto ha parlato il padre di Ragnedda, Mario: «Sto male, avrei preferito mio figlio morto e la ragazza viva. Ma mio figlio, aggredito, ha dovuto scegliere se vivere o morire».

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