Omicidio di Manuela Murgia, l’ex fidanzato sotto accusa: «L’inizio di un brutto sogno ma sarà fatta luce»
Enrico Astero oggi ha 54 anni. Il difensore: «Colti di sorpresa ma siamo sereni». Ieri dopo 30 anni la svolta nell’inchiesta sulla morte della sedicenne trovata senza vita il 15 febbraio del 1995Svolta nell’inchiesta sulla morte di Manuela Murgia, la sedicenne trovata senza vita alle pendici del canyon di Tuvixeddu, a Cagliari, il 5 febbraio del 1995. Trent’anni dopo l’apertura del fascicolo, archiviato in un primo momento come suicidio, il sostituto procuratore Guido Pani ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario il 54enne Enrico Astero, l’ex fidanzato della giovane. Le indagini erano state aperte nel marzo di quest’anno, dopo una consulenza tecnica del medico legale Roberto Demontis, incaricato dalla famiglia, che aveva messo in discussione l’ipotesi che la giovane fosse caduta dal dirupo.
Esami sui vestiti
Mercoledì prossimo, nei laboratori del Servizio Centrale della Polizia Scientifica, in via Tuscolana a Roma, inizieranno gli accertamenti tecnici non ripetibili su indumenti, accessori della vittima e sulle scarpe che sono stati ritrovati poche settimane fa, a trent’anni dall’autopsia, nell’ormai dismesso Istituto di Medicina Legale dell’Università di via Porcell a Cagliari. Erano perfettamente conservati all’interno delle sacche per la custodia dei reperti, ma si temeva fossero ormai stati gettati via dopo tutto quel tempo trascorso. Il pubblico ministero ha disposto un’analisi genetica forense alla ricerche di tracce biologiche e poi la comparazione eventuale con quelli inseriti nella Banca Dati Nazionale del Dna, così da verificare se ci possano essere tracce delle persone che hanno trascorso con la ragazza le ultime ore di vita. L’ex fidanzato, Enrico Astero, all’epoca dei fatti 24enne, è stato iscritto nel registro degli indagati e gli è stato notificato l’avviso degli accertamenti irripetibili, così da poter nominare un consulente di parte che assista agli esami.
L’ex fidanzato di Manuela Murgia ha nominato come proprio difensore l’avvocato Marco Fausto Piras. «Abbiamo accolto con sorpresa questa notizia», ha precisato il legale, «anche perché appena una settimana fa avevamo fatto un accesso al Registro degli indagati senza che risultasse nulla. La fissazione degli accertamenti tecnici per il 4 giugno ci mette nelle condizioni di avere pochissimi giorni per prepararci. Per il mio assistito è certamente l’inizio di un brutto sogno, ma restiamo sereni e convinti che verrà fatta piena luce».
La consulenza
Il medico legale Roberto Demontis aveva contestato le conclusioni degli esperti della Procura (Francesco Paribello e Giuseppe Santa Cruz) che trent’anni fa, dopo il ritrovamento del corpo, avevano effettuato l’autopsia ipotizzando che la ragazza si fosse suicidata.
La tesi avanzata dal consulente della famiglia è che Manuela Murgia sia stata investita volontariamente da un’auto dopo aver avuto un rapporto sessuale (forse addirittura con violenza). Per questa ragione non è escluso che, dopo gli accertamenti tecnici irripetibili sugli abiti che la ragazza portava il giorno in cui è morta, il pm Pani potrebbe anche ordinare la riesumazione del corpo.
La famiglia
L’avviso di accertamento tecnico irripetibile è stato notificato ieri anche alle sorelle della giovane deceduta, Elisabetta e Anna Murgia, il fratello Joele e la madre Maria Marras, assistite dagli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele. «Siamo soddisfatti per la velocità con la quale si stanno compiendo le indagini», chiariscono i legali, «e siamo fiduciosi nei risultati che conseguiranno alle analisi che verranno fatte. Con l’ausilio dei nostri tecnici arriveremo finalmente a dare giustizia a Manuela». A condurre le indagini ci sono gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, coordinati dal dirigente Davide Carboni, mentre gli accertamenti sul Dna saranno condotti dagli esperti della Polizia Scientifica.
Francesco Pinna