"In Sardegna i numeri sono in caduta libera" e "il rischio che c'era a marzo è quasi un ricordo". Con queste parole, ai microfoni di Monitor (VIDEO), su Videolina (stasera un nuovo speciale alle ore 21), il direttore dell'Areus Marcello Acciaro ha detto la sua sulla cosiddetta fase 2 dell'emergenza coronavirus nell'Isola, rispondendo un sì convinto - alla luce degli ultimi dati - alla possibilità di ridurre sensibilmente le restrizioni imposte dalle autorità per contenere l'epidemia.

Anche perché, ha aggiunto Acciaro, "non si può restare a casa a vita" e, inoltre, i virus come questi "dopo un po' hanno la caratteristica di autolimitarsi". Ovvero: "Con l'andare del tempo esauriscono il loro compito, che è quello di replicarsi e di creare scompigli e piano piano sfumano".

Insomma, conclude Acciaro, la "curva sta dando segnali confortanti", dunque diventa necessario pensare alla fase successiva, quelle delle riaperture.

Convinto della necessità di allentare il lockdown quanto prima, anche senza aspettare il 4 maggio, è anche il mondo delle imprese.

Ma, per poterlo fare sottolinea, Maurizio De Pascale, numero uno di Confindustria Sardegna, è necessario "avere regole certe, perché senza regole le riaperture di aziende, industrie e attività commerciali rischia di slittare ancora".

Già, le regole. Assodato che nei prossimi mesi tutti dovremo utilizzare mascherine e guanti e osservare rigide prescrizioni di distanziamento sociale, si resta in attesa delle norme precise e dettagliate del governo per poter organizzare lavoro, trasporti, spostamenti e tutte le altre attività quotidiane che caratterizzano la vita fuori da casa.

Non da ultimo, ma - anzi - in via prioritaria, sottolineano gli esperti, si dovranno individuare regole certe anche per gli ospedali e le strutture sanitarie: protocolli, sanificazioni, percorsi, tutele per personale e pazienti. Perché secondo gli esperti proprio nelle strutture sanitarie sarà più alto il rischio di creare le condizioni per dare al virus nuove possibilità di diffondersi in maniera massiccia.

(Unioneonline/l.f.)

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