Non solo traffici ingenti di cocaina ed eroina. I gruppi sgominati stamattina con l’operazione “Termine” avevano la disponibilità di armi potenti e sono arrivati a sequestrare per diverse ore una persona durante un contrasto per una compravendita di cocaina andata male. Alcuni indagati facevano capo a Beniamino Marongiu di Arzana ucciso in un agguato e per il quale la Direzione antimafia ha accusato il compaesano Sandro Arzu poi morto suicida in carcere.
È quanto emerso dall’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Carbonia, coordinata dal procuratore capo Rodolfo Sabelli e dal sostituto Danilo Tronci, che ha sgominato due gruppi: uno si occupava di far arrivare la droga in Sardegna attraverso una rete di camionisti che nascondevano le sostanze in pertugi creati con marchingegni idraulici e meccanici. Un altro gruppo era specializzato nello spaccio sul territorio grazie a una serie di complici.
Durante le indagini sono stati sequestrati 88 chili di cocaina e 7 di eroina, con 11 arresti in flagranza.
Il provvedimento ha portato oggi in carcere 50 indagati, altri 9 ai domiciliari, 2 con obbligo di dimora e uno con divieto di dimora mentre per altri nove c’è stato l’invito a rendere interrogatorio prodromico per la valutazione di ulteriori posizioni come disposto della recente normativa “Nordio”.

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Durante le perquisizioni di oggi sono stati sequestrati un fucile Kalashnikov, decine di pistole e 35 chili di cocaina purissima.
«Il fenomeno del narcotraffico in Sardegna è grave perché legato alla diffusione delle sostanze ma anche perché collegato ad altri reati come violenze, rapine e omicidi», ha spiegato il procuratore capo di Cagliari, Rodolfo Sabelli. «Solo negli ultimi dodici mesi abbiamo sequestrato una tonnellata di droghe e 70 arresti e 150 denunce per spaccio», ha evidenziato Luigi Grasso, comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari.

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Decisive le indagini con tecniche investigative innovative e tradizionali oltre al coordinamento di tutte le forze in campo: le varie Procure e i reparti territoriali presenti in tutta la Sardegna.

«Le operazioni proseguiranno e potrebbero portare ad altri risultati», hanno sottolineato il comandante del reparto operativo provinciale Daniele Credidio e quello investigativo Enrico Santurri, ex comandante della compagnia di Carbonia che ha svolto le indagini.

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