Rally, il fascino del Costa Smeralda che ha portato in Sardegna il campionato tricolore
Quando si segue un rally storico si è facile preda delle emozioni. Quelle vetture di altri tempi, tanto amate da chi con orgoglio le guida e tanto apprezzate da chi le ammira con gli occhi che luccicano, è come se parlassero e raccontassero storie ormai lontane e a volte dimenticate. Sono auto che solo a guardarle riavvolgono il nastro su cui è impressa la vita di ciascuno, riportandola, a volte, fino a quando si era bambini, e fanno tornare a galla i ricordi del passato, di quando la 112 ce l'aveva la zia, la Ritmo lo zio e la 205 il vicino di casa. O quando quel modellino della Lancia, visto a casa del cuginetto più grande, lo si chiedeva poi a Babbo Natale al posto delle bambole. Ma quelle da rally sono ancora più uniche e particolari, potenti e rumorose, si fanno sentire quando sono ancora a distanza, quando neanche gli occhi ancora le intravedono.
Poi, tra tutte, ci sono auto che non hanno prezzo, come la Delta, la Stratos e la 037, auto da cartolina che hanno fatto la storia e che ancora, mentre si osservano i dettagli a distanza ravvicinata, ci si chiede che geni inarrivabili fossero quei mostri sacri che le avevano disegnate e sviluppate.
LA TERZA EDIZIONE - Questo e molto altro è stato, per chi c'era, il 3º Rally Internazionale Storico Costa Smeralda, quest'anno ultima data del Campionato Italiano, che nel fine settimana ha colorato e animato le strade di Porto Cervo e della Gallura. Un appuntamento che Ac Sassari ha organizzato avvalendosi del proprio staff e di parte di quello con cui collabora per organizzare il blasonato Rally Italia Sardegna (prova del Mondiale Wrc che quest'anno si è svolto dall'8 all'11 ottobre con base ad Alghero). La direzione della gara è stata affidata all'esperto Fabrizio Fondacci, direttore di Monza e della Scala Piccada che in carriera ha diretto anche la 24 di Le Mans. Per disegnare i percorsi del Costa Smeralda, invece, l'organizzazione si è avvalsa dell'esperienza di Tiziano Siviero, navigatore due volte campione del mondo con Miki Biasion a bordo della Lancia Delta. E si parla di tracciati che hanno regalato una gioia tanto attesa a un altro celebre equipaggio italiano, quello formato da Luigi "Lucky" Battistolli e Fabrizia Pons, pluricampioni italiani ed europei che, col successo ottenuto quest'anno a Porto Cervo, hanno vinto il titolo tricolore e aggiunto il proprio nome sull'albo d'oro di una gara che aspettavano di aggiudicarsi da quarantuno anni, quando in quel lontano 1979 un guasto banale a tre speciali dalla fine causò loro un ritardo che gli costò poi il gradino più alto del podio.
I PILOTI, SARDI E NON - Quando tutto finisce, i motori si spengono e i cronometri si fermano, anche gli equipaggi, i veri protagonisti della gara, svelano le proprie emozioni.
"Siamo più che soddisfatti, la mia navigatrice è stata bravissima, non ha perso mai un colpo! Cambi di assetto e di gomme, condizioni meteo sempre diverse, mi è piaciuto tanto passare dall'asciutto al bagnato. Abbiamo vinto il secondo raggruppamento e siamo riusciti a mettere una Stratos sul podio di un campionato italiano e questa è la cosa che più mi piace", ha commentato Dino Tolfo, che con la sua navigatrice, la giornalista del Sole 24 Ore, Giulia Paganoni, ha chiuso sul terzo gradino del podio. E a proposito della Stratos, ha aggiunto: "Salire sulla Stratos è già entusiasmante e quando la metti in moto si apre un mondo. È incredibile pensare a ciò che ha fatto questa macchina nella storia del rally. Merita veramente tanto, guidarla è bellissimo ed è ancora competitiva nei limiti delle evoluzioni avute anche nello storico. Le Porsche sono più veloci soprattutto sui tratti misto-veloci, ma in una gara come questa, con percorsi difficili da interpretare, la Stratos ha detto la sua. Nel 2021? Faremo qualche gara e sicuramente torneremo in Sardegna. Un grazie alla Ksport, che ha fatto un lavoro grandioso e mi ha dato una macchina sistemata a dovere. Lucky? È un grande campione ed essere stato sul podio con lui è un onore".
Tredicesimo assoluto e primo dei sardi il nuorese Gianfranco Cambedda (navigato da Achenza, su Fiat 128 Rally), che dopo il ritiro nella prima edizione, si è riconfermato 13º, come nel 2019, quando però la gara non era titolata per il Campionato Italiano.
In 29ª posizione il fiduciario regionale di Aci Sport, Giuseppe Pirisinu, alle note del pilota veneto Corrado Lazzaretto (Ford Escort Rs): "Una gara che ci ha riportato indietro nel tempo, negli anni in cui i rally erano forse seguiti più della F1. Le prove speciali attraversavano scenari incantevoli della Gallura, cartoline che convinceranno sicuramente altri equipaggi a fare questa gara. È stato un rally difficile soprattutto per le condizioni meteo in continua evoluzione, ma il Costa Smeralda era anche questo. Quest'anno era valevole per il Ciras e credo che meriti pienamente questa titolazione".
"È sempre bello tornare a correre in Costa Smeralda e gareggiare con queste auto, su percorsi che hanno fatto la storia dei rally in Italia e non solo, regala emozioni ancora più speciali", ha ammesso invece il deejay di Radiolina, Simonluca Olla, navigatore di Daniele Vacca su Peugeot 205 Rallye, equipaggio cagliaritano che ha chiuso in 38ª posizione.
"Ci siamo divertiti tantissimo, per me era il primo rally e ringrazio tanto Francesco Pirisi, mio navigatore, per avermi ceduto il volante della sua R5 Alpine", ha raccontato il pilota oristanese Massimo Pusceddu. "Siamo arrivati quarti assoluti nella regolarità sport, a poca distanza dai terzi, e primi nel settimo raggruppamento. Le prove erano tutte bellissime, insidiosissime e allo stesso tempo affascinanti, che gara!".
ORGANIZZATORI - A gara finita, arriva anche il commento ha lavorato dietro le quinte per realizzare l'evento diventato, in tre anni, data del Campionato Italiano Rally Auto Storiche. "È stato un rally complicato, d'altri tempi, impegnativo e con percorsi veramente selettivi e in più il meteo ha fatto la sua parte. Un plauso va a tutta l'organizzazione di Ac Sassari, impeccabile come sempre, e a Tiziano Siviero che ha ideato e pensato il percorso", ha sottolineato Giulio Pes di San Vittorio, presidente di Ac Sassari. "Grazie alla Regione Sardegna, all'Assessorato al Turismo, al Comune di Arzachena e a tutti gli altri partner che hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione".