Settanta giorni fermi in porto senza pescare: la pandemia non lo consente. Ed ora nella Darsena pescherecci del porto di Porto Torres, la motopesca "Capobianco" attende di sistemare le reti e di uscire in mare. Ormai da oltre vent'anni il peschereccio di origine ponzese arriva ogni anno nello scalo turritano per la pesca stagionale della sardina che si svolge da marzo ad ottobre nel mare del Golfo dell'Asinara. "Siamo arrivati ieri mattina dopo quasi tre mesi di lockdown e ancora adesso restiano a bordo in attesa che la sanità marittima ci dia l'autorizzazione per uscire - spiega il comandante Pietro Mazzella - ci dovrebbero dire quando iniziare la pesca del pesce azzurro, attività oggi fortemente penalizzata e poco sostenuta da risorse adeguate".

Si pesca di notte alla ricerca del branco di sardine e poi via giù le reti e il gioco è fatto. "Ci sono giornate molto produttive dove si pesca bene, e in particolare qui il pesce del Golfo dell'Asinara ha un sapore particolare, una qualità migliore rispetto ad altri mari - sottolinea il comandante del Capobianco- un prodotto che si vende bene nel mercato in Sardegna".

Ma ora il fermo forzato li ha messi in difficoltà. "Noi però ci arrendiamo e speriamo di riprendere l'attività meglio di prima - prosegue Mazzella - qua a bordo ci sono 12 persone, 12 famiglie che vivono da questa attività e sperano in una ripresa, anche se abbiano bisogno degli aiuti da parte delle istituzioni". Lo scorso anno si sono spostati anche nel porto di Alghero.

"Ma la sardina e tutto il pesce azzurro a Porto Torres gode di un pascolo e di una alimentazione che la rende unica, - precisa il comandante - una qualità che non si trova da altre parti" .
© Riproduzione riservata