A un anno dalla sua chiusura almeno il mulino a vento sta ancora girando in cima al Moulin Rouge. Le pale si stanno muovendo, ma tutto il resto è stato congelato dall'ultimo cancan del 12 marzo 2020, la pausa più lunga da quando il teatro fu distrutto da un incendio nel 1915.

Il Moulin Rouge ai piedi di Montmartre aprì al culmine della Belle Epoque di Parigi nel 1889, rapidamente associato alla danza selvaggia del cancan e immortalato nei dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec. Ha vissuto molte vite, ricostruito dopo l'incendio, sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, le sue tavole abbellite da vere leggende come Edith Piaf e Charles Aznavour, e poi ha ottenuto un altro impulso globale con l'uscita del film omonimo del 2001 con Nicole Kidman ed Ewan McGregor.

Oggi rimane una delle mete preferite dai turisti, che rappresentano metà della sua attività in tempi normali. La proprietà rimane fiduciosa che possa lavorare anche con una riapertura limitata e un allontanamento sociale. Anche se i numeri saranno certamente ridotti.

Altri templi del "nude chic" - Le Lido, Crazy Horse - sono nella stessa barca. Le Paradis Latin, dall'altra parte del fiume sulla riva sinistra, è riuscito a riaprire per poche settimane in autunno prima che arrivasse un altro stop dovuto al Covid.

(Unioneonline/v.l.)
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