Mentre in Europa si cercano a fatica accordi sulla gestione della crisi dei migranti, nel mar Mediterraneo si continua a morire. Tre neonati sono annegati e circa 100 persone risultano disperse dopo il naufragio di un'imbarcazione di migranti avvenuto ieri al largo della costa libica.

Le piccole vittime della tragedia in mare sono state portate a terra - nella regione di Al-Hmidiya, 25 chilometri a Est di Tripoli - insieme alle persone che si sono salvate e ora portano la testimonianza di quanto è accaduto.

"La barca poteva ospitare una ventina di persone ma saremmo stati tra i 120 e i 150. Il timoniere non riusciva a vedere niente davanti", ha spiegato Amri, un migrante yemenita.

"Durante il viaggio a un certo punto si è spezzata la prua della barca che ha inziato a caricare a acqua. Sono tutti morti, donne, bambini, anziani, uomini, tutti morti", ha racocontato un superstite.

"Ho visto la testa di un bambino. Poi tutti che cadevano in acqua. Anche io sono caduto ma sono riuscito a risalire", ha detto un altro.

I testimoni hanno raccontato che a bordo c'erano molte famiglie marocchine e cittadini yemeniti. Tra i dispersi figurano due neonati e tre bambini di età compresa tra 4 e 12 anni, così come tra le 10 e le 15 donne.

(Unioneonline/L)
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