Cagliari, malamovida alla Marina: «Qui i 12enni iniziano a bere al pomeriggio, situazione drammatica»

11 marzo 2023 alle 14:52aggiornato il 11 marzo 2023 alle 14:54

«La situazione nel quartiere di Cagliari è diventata insostenibile. La zona nel weekend e non solo diventa “terra di nessuno”, occupata da orde di ragazzini che utilizzano questa parte della città come se fosse il giardino di casa loro. Per me sono come le locuste: arrivano, spolpano e vanno via. E noi ne paghiamo le conseguenze». Non nasconde la frustrazione Sandra Orrù, alla guida del comitato “Apriamo le finestre alla Marina”, che da tempo si batte per dar voce ai tanti residenti cagliaritani che chiedono maggiore sicurezza.

La situazione però potrebbe presto migliorare con la costituzione del nuovo "Gruppo di monitoraggio" della movida, voluto dal prefetto di Cagliari, Giuseppe De Matteis. L’iniziativa nasce in seguito a denunce, esposti e segnalazioni da parte dei residenti dei quartieri del centro storico. La prima riunione è in calendario per la prossima settimana. Il piano d’azione prevede, oltre al ricorso alle forze dell’ordine, la predisposizione di nuove strategie per gestire la vita notturna della zona. Così, a dialogare sulle possibili soluzioni da adottare, ci saranno non solo Questura, carabinieri, Guardia di Finanza e Municipale, ma anche i rappresentanti delle associazioni di categoria, e i rappresentanti dei comitati di quartiere. 

Enrico Marras, del comitato “Rumore No Grazie”, dal canto proprio, pone l’attenzione su un altro problema, l’inquinamento acustico: «Le misure fatte dall’Arpa dal 2008 ad oggi evidenziano sempre il superamento dei “livelli di attenzione”, valori entro i quali si possono avere anche dei disturbi per la salute. La situazione, soprattutto il venerdì e il sabato è insostenibile. Basti pensare che in corso Vittorio Emanuele la società incaricata dal comune ha rilevato 81 db, un valore di 1000 vote oltre il valore di legge. Ma in tutti i quartiere i limiti sono stati sforati». «Per migliorare la situazione – aggiunge Marras - sarebbe necessario solo applicare le normative sull’inquinamento acustico che già esistono».

Nel video le voci di Sandra Orrù ed Enrico Marras.

Veronica Fadda