«Caro professor Francesco Mola, la prego di indicarmi una modalità pratica per effettuare il rimborso: ritengo opportuno proporle di restituire all’Ateneo quanto mi era stato corrisposto per le lezioni tenute lo scorso anno». Il destinatario è il rettore dell’Università di Cagliari.

Il mittente è Alex Bronstein, ingegnere informatico trapiantato in Sardegna, con cittadinanza israeliana, che insegna al Technion, l’Istituto israeliano di tecnologia ad Haifa. Ha deciso di spedire la mail con una chiusa sarcastica («posso provvedere con bonifico o con la consegna di 30 tetradracme d’argento») quando ha saputo che il senato accademico ha approvato la mozione per l’interruzione dei rapporti con qualunque ente o ricercatore d’Israele che sostenga le politiche del governo Netanyahu che hanno portato al massacro di Gaza.

Le lezioni di Bronstein si erano tenute mentre all’esterno del palazzo delle Scienze andava in scena una contestazione. Allora c’era passato sopra. Ma ora a schierarsi è il mondo accademico cagliaritano: «Secondo me dai tempi del fascismo è la prima volta che un’università pubblica pagata con i soldi dei contribuenti discrimina in base alle opinioni politiche», ha scritto il docente sui social.

Enrico Fresu 

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